Il papa: “La pace è donna. Guardiamo al mondo con gli occhi di una madre”

Il discorso del pontefice alla delegazione di 40 rappresentanti dell'American Jewish Commitee

in foto Papa Francesco

ROMA“Oggi, 8 marzo, vorrei anche dire qualcosa sul contributo insostituibile della donna nel costruire un mondo che sia casa per tutti. La donna è colei che fa bello il mondo, che lo custodisce e mantiene in vita. Vi porta la grazia che fa nuove le cose, l’abbraccio che include, il coraggio di donarsi”.Così Papa Francesco alla delegazione di 40 rappresentanti dell’American Jewish Commitee, ricevuti in udienza in Vaticano.

“La pace è donna. Nasce e rinasce dalla tenerezza delle madri. Perciò il sogno della pace si realizza guardando alla donna. Non è un caso che nel racconto della Genesi la donna sia tratta dalla costola dell’uomo mentre questi dorme. La donna, cioè, ha origine vicino al cuore e nel sonno, durante i sogni. Perciò porta nel mondo il sogno dell’amore. Se abbiamo a cuore l’avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna”.

L’antisemitismo è la negazione della cristianità

Il papa ha affrontato anche il tema dell’antisemitismo. “Attualmente è per me fonte di grande preoccupazione la diffusione in più luoghi di un clima di cattiveria e rabbia, nel quale attecchiscono perversi eccessi di odio. Penso in particolare alla recrudescenza barbara, in vari Paesi, di attacchi antisemiti”. Prosegue il pontefice: “Ribadisco che per un cristiano qualsiasi forma di antisemitismo rappresenta una negazione delle proprie origini, una contraddizione assoluta. Noi dobbiamo fare come quel padre, che aveva visto cose tragiche e non si stancava di trasmettere ai figli i fondamenti dell’amore e del rispetto. E dobbiamo guardare al mondo con gli occhi delle madri, con lo sguardo della pace”.

Occorre promuovere il dialogo interreligioso

“Nella lotta contro l’odio e l’antisemitismo, uno strumento importante è il dialogo interreligioso, volto a promuovere l’impegno per la pace, il rispetto reciproco, la tutela della vita, la libertà religiosa, la salvaguardia del creato”.

Il messaggio di Papa Francesco

Conclude il papa: “Ebrei e cristiani, inoltre, condividono un ricco patrimonio spirituale, che permette di fare tante buone cose insieme. In un tempo in cui l’Occidente è esposto a un secolarismo spersonalizzante, sta ai credenti cercarsi e collaborare per rendere più visibile l’amore divino per l’umanità. E per attuare gesti concreti di vicinanza, contrastando la crescita dell’indifferenza”.

“Prima dell’omicidio che toglie la vita, c’è l’indifferenza che cancella la verità: sì, Caino, eri proprio tu il custode di tuo fratello! Tu, come tutti noi, per volere di Dio. In un mondo dove la distanza tra i molti che hanno poco e i pochi che hanno molto aumenta ogni giorno, siamo chiamati a prenderci cura dei fratelli più indifesi: dei poveri, dei deboli, degli ammalati, dei bambini, degli anziani”.

(LaPresse)

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