CATANIA – Venti persone coinvolte nel fallimento della Banca Base. Sono stati arrestati il presidente del Cda Piero Bottino, di 63 anni, e il direttore generale Gaetano Sannolo, di 47 anni e si trovano ora ai domiciliari. L’operazione è stata eseguita da militari della guardia di finanza di Catania e del nucleo speciale di polizia valutaria, nell’ambito dell’inchiesta sul crac dell’istituto di credito. Le Fiamme gialle stanno notificando un avviso di conclusione indagini nei confronti di 18 indagati, provvedimento emesso dalla Procura distrettuale. Sono accusati a vario titolo di concorso, bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio.
Le indagini
Le indagini sono partite dopo il fallimento dell’istituto di credito. Al centro dell’inchiesta lo stato d’insolvenza della Banca Sviluppo Economico s.p.a. (Banca Base) dichiarato dal Tribunale civile di Catania nel dicembre dello scorso anno e confermato in appello ad aprile. Le fiamme gialle hanno chiamato l’inchiesta ‘Fake Bank’. Secondo l’accusa le persone coinvolte sarebbero responsabili a vario titolo di aver consentito di “tracciare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della ‘fallita’ banca etnea consistenti in operazioni finanziarie anti-economiche e dissipative del patrimonio societario in dispregio dei vincoli imposti dall’Autorità di Vigilanza”.
Buco da 50 milioni di euro
Da mesi la Procura della Repubblica di Catania, con il Nucleo reati economico-finanziari della Guardia di finanza, indagava per far luce sul cracc dell’istituto di credito catanese. La banca era fallita lasciando debiti per oltre 50 milioni di euro. Una parte, quelli relativi ai risparmi e ai depositi, sono stati rimborsati dalla Banca d’Italia e dalla Banca Agricola di Ragusa.