Scarcerato, guida ubriaco: torna in cella NOME E FOTO

CASERTA – Era appena uscito dal carcere di Voghera, stava rientrando a casa per rispettare gli arresti domiciliari che erano stati disposti per lui, ma è stato trovato positivo all’alcol test durante il viaggio. Una infrazione che lo ha costretto a tornare dietro le sbarre. E’ quanto accaduto a Giuseppe Di Gaetano, 42enne di Marcianise, detto ’o chef, uno dei 23 fermati nell’operazione dello scorso 18 aprile contro lo spaccio di stupefacenti. L’uomo si è messo in viaggio dalla Lombardia per rientrare a Marcianise, dopo la scarcerazione disposta per lui lo scorso 9 maggio. Circa 7 ore e mezzo di tragitto per un totale di 752 chilometri da percorrere con nel cuore la gioia di aver appena lasciato il penitenziario.

Troppa, evidentemente. Perché Di Gaetano durante il viaggio ha deciso di festeggiare con qualche bicchiere di troppo. Ed è incappato in un controllo della Stradale. L’alcol test effettuato dagli agenti ha dato subito il suo responso: positivo. E così è scattata la contestazione che è stata trasmessa al magistrato che ha deciso così di aggravare per lui la misura cautelare. E ieri mattina i carabinieri della stazione di Marcianise lo hanno riportato dietro le sbarre a Santa Maria Capua Vetere. Una leggerezza costata cara a Di Gaetano, coinvolto nella retata effettuata termine delle indagini sullo spaccio di droga in nome del clan Belforte, le estorsioni, l’usura, il riciclaggio e un falso matrimonio per consentire ad un’extracomunitaria di ottenere il permesso di soggiorno. Una serie di reati emersi dall’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha fatto scattare 28 misure cautelari: 16 in carcere, 7 ai domiciliari e per 5 è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’inchiesta ha coinvolto anche altre 43 persone indagate a piede libero. ’O Chef risponde di associazione finalizzata allo spaccio. L’attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma dall’agosto 2017 al mese gennaio 2021, secondo la Dda ha permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale, diretto da Giovanni Buonanno, ex esponente del clan Belforte ora collaboratore di giustizia, che poteva contare su circa 40 persone. Nella gang a ricoprire il ruolo di diretti collaboratori di Buonanno e Salzillo sarebbero stati Giacomo Colella, Francesco Edattico, Giovanni Moretta, Antonio Russo e Di Gaetano: i cinque avrebbero supervisionato le piazze di spaccio e partecipato alla gestione dei proventi e delle attività di vendita di droga.

Il business messo in piedi dalla gang si svolgeva principalmente a Marcianise, ma, hanno ricostruito gli inquirenti, e riusciva ad estendersi nei comuni limitrofi e in alcuni casi sarebbe riuscito ad arrivare fino a Milano (dove i carabinieri arrestarono, trovandoli in possesso di circa 700 grammi di cocaina, proprio Buonanno che si muoveva con il fratellastro Giuseppe Giacomo Salzillo ed Edoardo Rocchi). L’indagine, supervisionata dal pubblico ministero Luigi Landolfi, è stata condotta dai carabinieri della stazione di Marcianise. Per Di Gaetano il ritorno a casa è durato appena una manciata di giorni.

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