Clan dei Casalesi, gli investigatori: dal noto imprenditore soldi al pentito

Il collaboratore di giustizia che vive fuori regione avrebbe continuato ad avere relazioni con i suoi ex concittadini.

La Procura di Napoli
La Procura di Napoli

Nonostante gli anni trascorsi in prigione, nonostante la scarcerazione ottenuta soltanto grazie alla sua scelta di collaborare con la giustizia, nonostante il trasferimento in una regione, lontana dalla Campania, dove ricostruirsi, con i suoi cari, una vita, Dario De Simone, che è stato un pezzo da novanta del clan dei Casalesi, non avrebbe reciso i suoi legami con il territorio che aveva ospitato le sue azioni violente.

Dario De Simone
Dario De Simone

In un’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai carabinieri di Aversa, tesa a far luce su alcuni business illeciti che avrebbero avviato, secondo la tesi investigativa, persone legate al clan, sono emersi dei contatti tra De Simone e l’imprenditore Salvatore Mazzara (non indagato). Logicamente, avere rapporti con un ‘pentito’ capitalizzato (che, fuori ormai dal programma di protezione, ha avuto una ‘buonuscita’ dallo Stato) non costituisce assolutamente un reato (a determinare un eventuale è la natura e la finalità del rapporto). L’inchiesta (innescata dalle dichiarazioni di Giosuè Palmiero, altro collaboratore) che aveva coinvolto proprio De Simone ad oggi non ha determinato effetti giudiziari.

Dalle intercettazioni telefoniche, sostengono i carabinieri, sarebbe emerso che Mazzara avrebbe corrisposto a De Simone denaro in contanti, consegnandolo, ipotizzano i militari, in contanti personalmente o attraverso tale Gennaro Rondinone (non indagato), oppure tramite ricariche postepay. I primi contatti tracciati dagli investigatori tra Mazzara e il pentito risalgono al settembre 2018. Ascoltando le chiamate, i militari dell’Arma ritengono che il pentito aveva ricevuto da Mazzara, in un’occasione, anche un prosciutto e che dove si trovava aveva avuto pure visite di alcuni cittadini dell’Agro aversano.

Un’altra conversazione ritenuta interessante dagli investigatori è una tra Mazzara e la moglie di De Simone, nel corso della quale la donna avrebbe parlato al trentolese di un trasferimento da far ottenere a tale Emilio dal posto di lavoro che in quel momento occupava in un supemercato. E Mazzara se ne sarebbe occupato, così aveva lasciato intendere alla consorte del collaboratore di giustizia, parlandone con un tale Giampiero.

Quelli tra l’imprenditore Mazzara e la famiglia De Simone, per i carabinieri, sono da ritenere contatti saldi, dato che anche in un’occasione della festività pasquale l’uomo d’affari si preoccupò di recarsi dove risiedeva l’ex esponente dei Casalesi. Mazzara era stato coinvolto nell’indagine tesa a far luce su alcune presunte attività illecite dell’amministrazione guidata da Andrea Sagliocco. L’ex sindaco e altre 17 persone stanno affrontando il processo dinanzi al Tribunale di Napoli Nord con le accuse, a vario titolo, di corruzione, concussione, falso, turbata libertà degli incanti e peculato. Mazzara affrontò il processo con rito abbreviato ed è stato assolto.

Summit dal pentito De Simone poco prima delle elezioni comunali a Trentola Ducenta

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