Travolto e ucciso in moto a 16 anni, preso il fratello del pentito Cascarino

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MONDRAGONE – La scuola finita, l’inizio delle vacanze, l’estate appena iniziata da trascorrere in spensieratezza, con gli amici. Le ‘scese’ a mare, lo sport, le partite di calcetto, le strade della città percorse in motorino, le risate. Luigi Daniele Petrella meritava tutto questo. E invece non potrà più viverlo.

Un’auto, nella tarda serata di venerdì, lo ha travolto mentre percorreva con la sua due ruote via Padule. L’impatto lo ha disarcionato dalla moto e l’urto con il suolo, violento, è stato fatale. La corsa al pronto soccorso della clinica Pineta Grande, purtroppo, è stata inutile. Luigi ha perso la vita.

Dopo lo schianto la vettura ha tirato dritto ed è andata via. Raccontata così sembra l’ennesimo sciagurato incidente: disattenzione, velocità, caso. E chi avrebbe potuto subito fermarsi e soccorrerlo (magari fornendo un’assistenza provvidenziale) non l’ha fatto.
E invece c’è, ci sarebbe, dell’altro. Stando a quanto raccolto nelle ultime ore dai carabinieri del Reparto di Mondragone, non è stato un sinistro stradale dall’esito tragico. Chi era alla guida dell’auto pirata—questa una delle ipotesi al vaglio dei militari dell’Arma—voleva rapinare Luigi, probabilmente sfilargli proprio la moto in sella alla quale si stava muovendo. Il ragazzo ha reagito a questa azione violenta, ha detto di no ed è andato via. E così sarebbe nato il folle inseguimento. Se questa dinamica dovesse essere dimostrata, per chi era alla guida della vettura, per i presunti rapinatori, si prospetterà un’accusa pesantissima.

Il primo passo era individuare chi viaggiava su quell’auto. Con grande abilità, i carabinieri, tra testimonianze e visioni delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a individuarli. Uno di coloro che sarebbero stati in quell’auto è stato fermato a Orte: si tratta di Pietro Cascarino, già noto alle cronache, di una famiglia conosciuta in città come gli ‘Scupatur’. Il fratello di Pietro è Giovanni Cascarino, collaboratore di giustizia, ex appartenente alla cosca Gagliardi‑Fragnoli (venne arrestato in Germania nel 2014).
A quanto pare, dopo l’incidente, Pietro ha provato a far perdere le sue tracce: è scappato in treno. I carabinieri, grazie al supporto della Polfer (la polizia ferroviaria), lo hanno individuato e condotto in caserma. Le indagini hanno portato a identificare anche l’altro – V.M., incensurato – che sarebbe stato in auto con lui: è stato bloccato dai carabinieri davanti a un bar di corso Umberto e denunciato a piede libero.

L’attività investigativa prosegue per raccogliere prove tese a chiarire cosa realmente sia accaduto venerdì. E mentre i carabinieri continuano a indagare sui due fermati (da considerare innocenti fino a sentenza di condanna irrevocabile) e lavorano intensamente per cercare la verità, resta il dolore. Una sofferenza che ha abbracciato ieri tutta la città.

“È un dolore che fa scoppiare mente e cuore”, ha commentato il sindaco Francesco Lavanga. “Il mio pensiero va alla famiglia distrutta dal dolore e a Luigi, un ragazzo meraviglioso della nostra terra, che a soli 16 anni è morto in un incidente con il motorino”.
Cordoglio è stato espresso anche dal consigliere di minoranza Carlo Federico: “La tragica scomparsa di un ragazzo di appena 16 anni ci lascia attoniti, increduli, immersi in un dolore che nessuna parola può davvero contenere. In questo momento così ingiusto e crudele, ogni ruolo, ogni differenza, ogni distanza svanisce. Restano il silenzio, le lacrime, l’abbraccio idealmente rivolto a una famiglia distrutta, a degli amici sconvolti, a una comunità che si scopre fragile, vulnerabile, colpita al cuore. È impossibile accettare che una giovane vita possa spegnersi così, all’improvviso, lungo una strada che tutti percorriamo ogni giorno”.

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