A.Mittal, Di Maio: “L’immunità non era nel contratto. Un miliardo per Taranto”

La città continua a soffrire di problemi industriali e ambientali e il dossier ex Ilva rimane ovviamente in primo piano

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Luigi Di Maio

ROMA – Taranto può ripartire e Mittal deve rispettare i patti firmati al Mise e datati settembre 2018. Per il M5S e per il superministro di lavoro e Sviluppo economico Luigi Di Maio il Tavolo istituzionale permanente in Puglia non è solo un appuntamento di routine, ma un potenziale crocevia economico. La città continua a soffrire di problemi industriali e ambientali e il dossier ex Ilva rimane ovviamente in primo piano. Ancora non è stato convocato un tavolo al Mise, ma al momento ArcelorMittal rimane ferma sull’annuncio del ricorso in via temporanea alla cassa integrazione per 1.400 dipendenti per 13 settimane.

“Chiederemo chiarimenti sul perché. Se si rispetteranno i patti come li abbiamo firmati non ci sarà nulla da temere”, avvisa il capo politico del M5S. Il tema caldissimo è l’immunità penale per vecchi e nuovi gestori, che viene esclusa con il decreto Crescita. “Mi aspetto leale collaborazione da Mittal, non sono preoccupato per la questione immunità, siamo a disposizione per il stabilimento, ma non c’era l’immunità nel contratto”, rincara la dose Di Maio che ha in mente un cronoprogramma importante per Taranto.

Stanziato un miliardo

Dopo il tavolo di due mesi fa, non a caso sbarcano in città ministri importanti come Lezzi (Sud) e Bonisoli(Cultura). In effetti con il Tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo c’era una dotazione di un miliardo di investimenti ed entro metà settembre, assicura il governo, saranno in esecuzione 500 milioni in progetti esecutivi e partiranno le prime gare. “Stiamo lavorando per Taranto, perché nuove attività produttive possano insediarsi in questa bellissima città. Ci potrà essere un nuovo modello di sviluppo industriale”, dice la ministra per il Sud Lezzi. Puntando anche sull’Arsenale di Taranto, aperto a tutti i turisti.

La Fiom critica

In primis però va confermato l’impegno di Mittal, che ha spiegato come con il dl crescita così formulato “diventerebbe impossibile gestire gli impianti di Taranto”. L’esecutivo punta poi sulle bonifiche, per tornare a “far respirare” la città, come dice Di Maio in una affollata conferenza stampa. Il parere dei sindacati? “La riunione del tavolo istituzionale permanente di Taranto, a cui peraltro le parti sociali sono presenti in qualità di uditori senza quindi diritto di interlocuzione, conferma la scelta del Governo per un processo di bonifica, diversificazione e riconversione economica del territorio”, commenta amara la Fiom.

(AWE/LaPresse/di Alessandro Banfo)

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