Papa Francesco, le violenze sulle suore sono un problema Occorre fare molto di più

Foto Stefano Costantino / LaPresse in foto Papa Francesco

ROMA – Suore violentate dai superiori, ordini corrotti da episodi di schiavitù sessuale, Pontefici imbavagliati da lobby interne ai Sacri palazzi. Non è un nuovo romanzo di Dan Brown, è una sciagura vera che piega la Chiesa, e da tempo.

Dopo le denunce del movimento ‘Voices of Faith’, dopo un editoriale al vetriolo del mensile femminile dell’Osservatore Romano, Papa Francesco spalle al muro è quasi costretto ad ammetterlo: il problema c’è. Per quanto Bergoglio lo releghi ancora, in parte, a un fenomeno “culturale”: perché un po’ ovunque nel mondo l’umanità non è matura e considera la donna “di seconda classe”.


Mancano due settimane dall’inizio del vertice sulle violenze nel Clero

È stato pensato e convocato per cercare di estirpare la piaga della pedofilia, ma la voce femminile non poteva alzarsi in un momento migliore. Per strappare il velo sulla vergogna che per troppo tempo si è portata avanti nel silenzio generale, le denunce si moltiplicano.

La Santa Sede lo sa e, giura il Papa, “ci sta lavorando”: “Abbiamo sospeso qualche chierico, qualcuno lo abbiamo mandato via, e anche – non so se è finito il processoabbiamo deciso di sciogliere qualche congregazione religiosa femminile che era molto legata a questo fenomeno“, racconta nella conferenza stampa sul volo che da Abu Dhabi lo riporta a Roma.

Si deve fare qualcosa di più? Sì. Abbiamo la volontà? Sì. Ma è un cammino che viene da lontano“, dice Bergoglio senza fare nomi. Ricorda che Ratzinger, per primo, ha avuto il coraggio di sciogliere una congregazione femminile di “un certo livello”, in cui si era infiltrato il demone della violenza e della manipolazione, da parte dei chierici e anche del fondatore: “A volte il fondatore toglie la libertà alle suore e può arrivare a questo“, rivela.

E a dimostrare che nessun Papa può governare da solo, Bergoglio racconta un aneddoto che riguarda Benedetto XVI e che scoperchia un vaso di Pandora. Sembra che Ratzinger avesse per le mani i dossier pronti su un’organizzazione religiosa con problemi di “corruzione sessuale ed economica”, che volesse denunciare ma che qualcuno gli abbia legato le mani.

Provava a parlarne e c’erano dei filtri“, riferisce. Alla fine convocò una riunione, andò lì con tutte le sue carte: “Quando è tornato, ha detto al suo segretario: mettila in archivio, ha vinto l’altro partito“.

Ma di questa prassi non c’è da scandalizzarsi oltremodo, le rivoluzioni in Vaticano si fanno a piccoli passi. E, come ama dire Bergoglio prendendo in prestito le parole di mons. De Merode, ‘Fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge con uno spazzolino da denti’.
(LaPresse)

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