Altro che programma Pd, Renzi da Vespa pensa solo a demonizzare gli avversari

ROMA (loredana lerose) – L’ex premier Matteo Renzi non ha capito la lezione: ancora ieri, ospite come il leader di Fi Silvio Berlusconi, e il candidato premier del M5S Luigi Di Maio, di Bruno Vespa, più che puntare sul programma democratico ha giocato alla ‘demonizzazione’ degli avversari. “Il M5S pensa che gli italiani si facciano abbindolare – ha detto – Alcuni candidati del sono truffatori per loro stessa ammissione. I soldi che hanno restituito sono 23 milioni di euro. Attraverso una legge il PD ha rinunciato 60 milioni di euro nel 2010, 57 nel 2011. Bersani questi soldi li prendeva, noi no perché il finanziamento ai partiti non esiste più. L’operazione di Di Maio di annunciare prima i ministri è un’esigenza di marketing. Dovevano risolvere un problemone . ha proseguito – hanno candidato dei personaggi che loro stessi giudicano impresentabili”. Anche in questo caso la recidiva. In fondo Renzi sa bene che nel Pd e con il Pd di ‘impresentabili’ veri ce ne sono almeno 25, stando alla classifica del Il Fatto quotidiano, quindi di cosa parla realmente l’ex premier? Critiche anche al cavaliere. “Berlusconi ha sbagliato – ha sosptenuto – è l’unico leader dei popolari che si è alleato coi populisti. Si è messo a capo di una coalizione di estremisti. Quelli che votano D’Alema aiutano Salvini. Meglio fare un appello al voto utile”. Poi la frase alla Vincenzo De Luca, governatore campano. “Non ho né padrini né padroni. Io posso solo dire grazie agli italiani per l’opportunità che mi hanno dato – ha sottolineato Renzi dimenticando che nessun italiano lo ha mai scelto – Ho messo al centro l’interesse del paese, non il mio: il giorno dopo il 40% sarei potuto andare al voto e ottenere una maggioranza schiacciante. Ho preferito pensare all’Italia: un giorno ce lo riconosceranno – ha concluso Renzi – Prima di dire cosa voglio fare per il futuro, dico grazie agli italiani per ciò che hanno fatto in questi anni mentre gli altri urlavano”. Peccato che per dire agli italiani cosa voleva fare, quella di ieri fosse l’ultima occasione utile prima del voto di domani.

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