Appendino: “Bene il governo ma col Pd nessun patto in Comune a Torino”

L'intervento della sindaca del capoluogo piemontese

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Chiara Appendino

MILANO – “Non ci sarà nessun allargamento della maggioranza a Torino. Penso che la formazione di un nuovo governo affidato sempre a Giuseppe Conte sia un’ottima notizia per il Paese e che fosse l’unica soluzione possibile dopo la crisi innescata dall’ex, quasi ex, ministro Salvini. Per me però non cambia nulla e se il Pd vuole convergere sui nostri punti programmatici lo può fare”. Così la sindaca di Torino Chiara Appendino in un’intervista a Repubblica.

“Io porterò avanti il mio mandato come ho sempre fatto finora. Siamo stati eletti su un programma e se ci saranno convergenze da parte del Partito democratico si cercherà la convergenza in Consiglio comunale”, aggiunge, “ci sono dei punti di convergenza, penso sui diritti e sull’ambiente. Mentre su altre questioni ci sono divergenze evidenti. Ma penso che Luigi Di Maio abbia fatto un ottimo lavoro e penso che Conte sia la persona più adatta a ricoprire questo ruolo”.

“Considero la questione Tav chiusa. Conte era stato chiaro nelle sue dichiarazioni. Continuerà a essere lui il presidente del Consiglio quindi immagino che la linea che ha dettato sarà quella che porterà avanti con il nuovo esecutivo”, rimarca Appendino, “i cittadini e gli attivisti ci stanno chiedendo conto cosa sta succedendo. Noi avremmo voluto portare avanti il contratto di governo, ma Salvini in modo irresponsabile ha deciso di staccare la spina. Sappiamo benissimo che è un passaggio difficile soprattutto per la nostra forza politica ma lo facciamo nell’interesse del Paese e senza guardare a un tornaconto di consensi elettorali. Vogliamo con l’azione di governo dare delle risposte anche a chi dentro la nostra forza politica è scettico su questa decisione”.

Quanto a un suo possibile ruolo nel direttorio del M5s, “non è una questione all’ordine del giorno. Completerò il mio mandato da sindaca e poi si vedrà”, conclude Appendino.

(LaPresse)

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