Calcio, Serie A al via tra rivoluzioni in panchina e pochi colpi

Un mercato povero, con più cessioni - su tutte quella di Romelu Lukaku - che acquisti e una rivoluzione a livello di panchine, con il ritorno di Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti, senza dimenticare Maurizio Sarri. La Serie A 2021/22 al via sabato offre più spunti di interesse rivolgendo lo sguardo verso l'area tecnica che dentro il campo.

TORINO – Un mercato povero, con più cessioni – su tutte quella di Romelu Lukaku – che acquisti e una rivoluzione a livello di panchine, con il ritorno di Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti, senza dimenticare Maurizio Sarri. La Serie A 2021/22 al via sabato offre più spunti di interesse rivolgendo lo sguardo verso l’area tecnica che dentro il campo. Affossati dalla pandemia e con i conti in disordine, i club italiani hanno operato con criterio, mettendo da parte spese folli per campagne acquisti faraoniche che non sempre garantivano risultati la domenica. Tra i top club, solo Milan e Atalanta non hanno cambiato tecnico. E se il ritorno di Allegri alla Juventus ha il sapore della restaurazione, c’è curiosità nel vedere all’opera il Napoli di Spalletti e la Lazio di Sarri, due società – e due allenatori – a caccia del riscatto e di una scossa. La Roma ha annunciato José Mourinho prima ancora della fine dello scorso campionato, ma nella capitale l’entusiasmo per l’arrivo dello ‘Special One’, di nuovo in Italia dopo la conquista del Triplete, non è certo diminuito. L’obiettivo è quello di spodestare dal trono un Inter fiaccata dagli addii di Lukaku e Hakimi, a cui si aggiunge quello del condottiero Antonio Conte. A Simone Inzaghi, esaurito il ciclo alla Lazio, il compito di non far diventare il salto in una grande un balzo nel vuoto. Alle spalle delle nuove sette sorelle cerca un posto al sole la Fiorentina, che ha strappato Vincenzo Italiano allo Spezia dopo il clamoroso divorzio estivo con Rino Gattuso. La stagione della Viola passa però inevitabilmente dalla conferma o meno di Dusan Vlahovic, corteggiatissimo sul mercato. E’ chiamato al riscatto anche il Torino, che ha puntato su Ivan Juric ma che in questa prima fase di stagione (vedi il debutto in Coppa Italia con la Cremonese, superata solo ai rigori) ha manifestato segnali non proprio incoraggianti. Per le tre neopromosse, Venezia, Empoli e Salernitana, la mission è solo una: conquistare una salvezza non semplice.

In una Serie A rimasta orfana del portiere campione d’Europa, Gigio Donnarumma, andato ad arricchire la collezione del Psg insieme ad Achraf Hakimi, uno degli esterni più decisivi dell’ultima annata, ceduto dall’Inter insieme a un altro simbolo, Romelu Lukaku, tornato al Chelsea, l’Italia accoglie il nuovo attaccante della Roma, Tammy Abraham, che ha lasciato proprio i londinesi per sposare il progetto giallorosso. Il giovane centravanti inglese insieme al talento dell’Argentina Nico Gonzalez, fresco di trionfo in Copa America, colpo della Fiorentina, sono i due campioncini arrivati dall’estero a destare maggiore interesse. Per il resto, le grandi del nostro campionato hanno ritoccato poco: la Juve dopo un lungo tira e molla ha affidato le chiavi del centrocampo a Manuel Locatelli, puntando sulla scommessa Kaio Jorge in attacco; il Milan – dopo le partenze di Donnarumma e Calhanoglu (finito all’Inter) – si è affidato a Maignan tra i pali, riscattando Tomori e puntando sull’esperienza di Giroud in attacco. Anche per far rifiatare Zlatan Ibrahimovic, che rientrerà solo a settembre inoltrato. L’Inter, perso Lukaku, si è cautelata con Edin Dzeko e conta di prelevare un altro attaccante, mentre sulla fascia il giovane olandese Dumfries proverà a non far rimpiangere la freccia Hakimi. Nella capitale, Rui Patricio arrivato dal Wolverhampton tenterà di risolvere il problema portiere che ha afflitto la Roma negli ultimi anni, mentre in casa Lazio l’innesto di Pedro e il ritorno di Felipe Anderson hanno aumentato il tasso offensivo e consegnato a Sarri una rosa più idonea al suo gioco. Ma come sempre, alla fine, sarà il campo a parlare. A cominciare da questo weekend.

di Alberto Zanello

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