“Capriglione legato agli Schiavone”

La tesi della Procura: la cosca di Sandokan dietro al successo dell’uomo d’affari di Falciano

CASERTA – Un self-made man di altri tempi, un ex agente della polizia penitenziaria che (lasciando il posto fisso) aveva deciso di mettersi in gioco tuffandosi in un settore importante e complicato come quello dei servizi socio-assistenziali: questa, fino alla perquisizione di ieri mattina, era la sola immagine ufficiale che circolava di Pasquale Capriglione. Ma adesso se ne è affiancata un’altra (per carità, tutta ancora da accertare) non bellissima. E a tratteggiarla è l’inchiesta della Dda di Napoli: dietro all’uomo che si era svestito dei panni di poliziotto per fare business nel cosiddetto ‘Terzo settore’ ci sarebbe il clan dei Casalesi. Lui e Luigi Lagravanese sarebbero legati alla fazione Schiavone sia attraverso Agape service che tramite altre realtà, come la Clp Service.

In particolare Lagravanese, dice la Procura distrettuale, ha avuto contatti con numerosi esponenti del clan, come Nicola, Mario e Carmine Schiavone, Antonio Iovine, Nicola Coppola, Massimo Russo, Giuseppe Misso e Mario Iavarazzo.

E mentre la Dda ha lavorato per far emergere l’ipotizzato rapporto tra mafia e cooperative sociali, ha sottolineato anche come numerose procedure di assegnazione dei servizi sarebbero state condizionate proprio da Capriglione. Il businessman di Falciano, infatti, stando alla tesi degli inquirenti, in qualità di consulente del Consorzio Nestore, insieme a Gennaro Bortone, rappresentante legale del Consorzio Filipendo, Orlando Diana, Lagravanese e Maurizio Zippo, avrebbe turbato la gara indetta dall’Asl di Caserta il 20 settembre 2018 relativa alla “procedura per l’affidamento in appalto della gestione dei servizi socio sanitari con telemonitoraggio sanitario dei pazienti ed attività alberghiere presso la Residenza sanitaria assistita e del Centro diurno per disabili di Caserta”.
Insieme Bortone e Lagravanese, sostengono i pm, Capriglione ha turbato pure la procedura indetta dall’Asl di Napoli 2 Nord.

I tentacoli del falcianese sarebbero arrivati fino a Teano dove “attraverso specifici accordi diretti a modificare il termine di presentazione delle domande” aveva fatto pressione sul procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando al fine di condizionare la modalità di scelta del contraente a favore del Consorzio Nestore.

Oltre a ciò che troveranno nei cellulari, nei computer e nei documenti sequestrati ieri durante le perquisizioni, a dare un importante impulso all’indagine potrebbero essere le recenti collaborazioni con la giustizia.

Dietro al business delle cooperative sociali, come detto, ci sarebbe la famiglia Schiavone. E pochi giorni fa ha iniziato a raccontare tutto ciò che sa degli affari portati avanti dalla cosca uno degli elementi di spicco di quella compagine mafiosa: Walter Schiavone, secondogenito del capoclan Francesco Sandokan. Essendo stato attivo nel clan fino al 2018, il suo patrimonio conoscitivo potrebbe rappresentare un tassello importante per l’indagine.

Martiello si autosospende da sindaco

Salvatore Martiello

Pochi minuti dopo la perquisizione Salvatore Martiello ha deciso di autosospendersi dalla carica di sindaco di Sparanise. La Direzione distrettuale antimafia gli contesta il reato di corruzione. Si sarebbe accordato con l’imprenditore Pasquale Capriglione, Carlo D’Angelo, dipendente del Comune di Teano, e Ilaria Iorio “per inviare una comunicazione avente ad oggetto la necessità di usare le intere risorse a disposizione dell’Ente per il soddisfacimento dei servizi”, mossa necessarie, sostiene la Dda, per arrivare a turbare “il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando per condizionare le modalità di scelta del contraente”. Il tutto avrebbe avuto come obiettivo finale il far aggiudicare al Consorzio Nestore l’affidamento dei servizi di cura all’infanzia del micronido per un valore di 158.500 euro attraverso una procedura negoziata basata su una trattativa privata e non con un bando pubblico.
“Confido da sempre nella giustizia, nell’operato della magistratura, e per questo motivo – ha fatto sapere il sindaco Martiello – chiederò subito di essere ascoltato per chiarire la mia posizione”.

Il terremoto giudiziario che ha toccato Sparanise sfiora anche la Gisec. A Martiello, infatti, Giorgio Magliocca, presidente della Provincia uscente e in corso per avere un mandato bis, voleva assegnare proprio la guida della Gestione Impianti e Servizi Ecologici Casertani, società fondamentale per il ciclo dei rifiuti in Terra di Lavoro. Nelle prossime ore si saprà se i piano di Magliocca, nonostante l’inchiesta della Dda (che, chiariamolo, nulla c’entra con la Gisec) resteranno immutati o cambieranno.

Martiello non è l’unico politico finito nell’indagine sull’affare cooperative. Sono stati tirati in ballo anche l’ex assessore di Caserta, Maria Giovanna Sparago, e l’ex assessore di Orta di Atella, Luigi Di Lorenzo Quest’ultimo, insieme a Sofia Flauto, Rodolfo De Rosa e Luigi Lagravanese, “mediante collusioni derivanti da rapporti corruttivi consolidati” avrebbe turbato la gara ‘Asilo nido del Comune di Frattamaggiore’. Di Lorenzo, originario di Sant’Antimo, sedeva in giunta ad Orta durante l’amministrazione guidata da Andrea Villano (estraneo all’inchiesta).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome