Carceri, Nardella (Uilpa): “Istituti abruzzesi come succursali di manicomi”

"Gli istituti di pena abruzzesi e soprattutto quello di Sulmona più che strutture adibite alla custodia di normali detenuti sembrano divenute, sempre più, succursali di manicomi seppur gli stessi da decenni siano stati dismessi".

Foto LaPresse - Massimo Paolone 1 with Dario Nardella, Federico Pizzarotti, Matteo Ricci, Daniele Manca In the pic: Dario Nardella

“Gli istituti di pena abruzzesi e soprattutto quello di Sulmona più che strutture adibite alla custodia di normali detenuti sembrano divenute, sempre più, succursali di manicomi seppur gli stessi da decenni siano stati dismessi”. Lo ha dichiarato Mauro Nardella, segretario aquilano della Uilpa polizia penitenziaria sottolineando che i detenuti, affetti da disfunzioni mentali di particolare gravità, sono inviati con sempre più frequenza nel carcere di Sulmona “Per il solo fatto di avere al suo interno un solo psichiatra convenzionato (a poche ore la settimana) – ha aggiunto – In ambito penitenziario strutture che hanno avuto nel passato la peculiarità di ospitare persone psicopatologiche ve ne erano ed erano identificate negli ospedali psichiatrici giudiziari, Opg”. Il sindacalista è fortemente critico in riferimento all’organizzazione che oggi nelle carceri dovrebbe garantire cure e sostegno a queste persone. “Con tutte le conseguenze che ne derivano, ivi comprese le accresciute aggressioni nei confronti del personale operante nelle carceri – ha continuato Nardella – Quella partorita dallo Stato, attraverso l’operato della Commissione Marino (con la quale nel 2013 si era deciso, con troppa fretta e addirittura utilizzando gli istituti dei decreti legge, di privarsi di strutture con personale idoneamente formato e numericamente molto bene impostate, sostituendole con Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza le cosiddette Rems che da subito sono apparse insufficienti, dal punto di vista numerico, è stata una scelta a dir poco inefficace. Come dire: si stava molto meglio quando si stava peggio – ha concluso Mauro Nardella – Insomma se non è stato un fallimento l’aver chiuso gli Ospedali psichiatrici giudiziari senza prevedere una valida alternativa come potrebbe essere definita altrimenti? Intanto a Sulmona, come in molte altre realtà penitenziarie, il personale non sa più cosa fare e come fare per ovviare alla mancanza di idonei supporti psichiatrici. Verrebbe voglia di chiedere paradossalmente la riapertura degli opg, qualora non si facesse e con la stessa velocità che ha portato a chiuderli, la scelta di potenziare le Rems e tirare definitivamente fuori gli insani di mente dalle patrie galere”.

LaPresse

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