Caso Saman: il fratello svegliato dalle urla della ragazza, genitori in lacrime

MILANO – La sera del 30 aprile 2021, quando Saman Abbas è scomparsa dalla sua casa di Novellara (Reggio Emilia), il fratello della ragazza di origine pakistana è stato svegliato dalle grida della ragazza.

“Quella sera, io dormivo e mi sono svegliato udendo le urla di mia sorella che litigava con i miei genitori – ha fatto mettere a verbale dai carabinieri il 17enne il 12 maggio 2021, pochi giorni dopo la sparizione di Saman – . In pratica mio padre aveva trattenuto i documenti di mia sorella Saman e lei li voleva in quanto non voleva stare a vivere con noi. Ho udito dalle scale ‘Dammi i documenti’ e ‘Io non voglio rimanere qui con voi’ .

Poi dopo lei li ha avuti, è andata in bagno, si è vestita e sono andati tutti e 3 nel cortile, in quanto i miei genitori cercavano di convincerla a ripensarci ma lei ha voluto andare via. Mio padre le ha detto che se voleva, lui l’avrebbe accompagnata ma lei ha risposto di no e che sarebbe andata da sola. Sono andati con lei fino alle serre nella carraia davanti casa. Poi i miei genitori sono rientrati in casa piangendo. Dopo un po’ mio padre è ritornato fuori a cercarla e vedere dov’era andata, ma è ritornato da solo.

Prima era tornato a casa e poi è uscito a cercarla”.

Nel verbale, che è agli atti del processo a carico del padre Shabbar Abbas, della madre di Saman, dello zio e di due cugini, che si aprirà il 10 febbraio davanti al Tribunale di Reggio Emilia, il ragazzo dice anche che il genitore non aveva trovato la sorella. Al rientro in casa “non lo so se (mio padre,ndr.)

aveva qualcosa in mano, perché c’era buio e non si vedeva niente.”, ha aggiunto il 17enne, facendo riferimento allo zainetto della sorella. “Ho visto che mia sorella girava a destra perché in fondo alla carraia c’è una casa che è illuminata e si vedeva. Invece vicino casa c’è buio”. Il ragazzo, a pochi giorni dalla sua scomparsa, dice di non sapere dove si trovi Saman. “Io piango per mia sorella sempre. Perché mia sorella è l’unica che ho”, conclude.

LaPresse

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