Cernobbio, fiducia per la ripresa, velata da timori per il Covid e nuove chiusure

Dalle vittorie sportive agli europei e alle Olimpiadi, alla ripresa dell’economia dopo la pandemia

Foto Claudio Furlan - LaPresse

CERNOBBIO (Como) – Dalle vittorie sportive agli europei e alle Olimpiadi, alla ripresa dell’economia dopo la pandemia. È l’ottimismo il sentimento che contraddistingue la prima giornata di lavori al Forum The European House-Ambrosetti a Cernobbio. Anche quest’anno, per rispettare le misure anti Covid i lavori sono in parte a Villa d’Este in parte in vide conferenza. Ma questo non impedisce di guardare agli scenari che si apriranno una volta sconfitto il virus. L’Eurozona è vista in crescita del 4,8% e l’Italia, secondo uno studio del Forum Ambrosetti, del 6%

Il “termometro” del Forum Ambrosetti punta al bel tempo. La robusta ripartenza del Pil vista in questi mesi, “ci fa essere ottimisti sulle prospettive future, nonostante le polemiche no vax e le incertezze che permangono nel quadro sanitario”, recita uno studio messo a punto per il Forum. In particolare, la fiducia tra le imprese italiane è vista in crescita, con un indice al massimo storico da quando, marzo 2014, sono iniziate le rilevazioni e più del doppio della valutazione di soli tre mesi fa (a 70,6 da 30,2 di giugno).

Resta, tuttavia, l’incognita dell’andamento della pandemia. “C’è un certo ottimismo sulla ripresa condizionato al fatto che non si torni alle chiusure”, ha detto l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, che dopo aver moderato un incontro con il premio Nobel Joseph Stigliz e con l’economista Nuriel Rubini, si è detto fiducioso che “l’Italia riuscirà a raggiungere, nel primo trimestre del 2022, lo stesso livello di Pil che aveva nel quarto trimestre 2019, l’ultimo pre Covid”.

“Nell’immediato – ha aggiunto – c’è un certo ottimismo sulla ripresa condizionato al fatto che non si torna alle chiusure e se si torna alle chiusure diventa tutto un altro mondo”. Restano, al dilà del prevedibile rimbalzo, per l’Italia “problemi legati alla durata di questo Governo”. “A livello mondiale, invece, c’e’ un po’ di preoccupazione per l’andamento dell’inflazione e per la possibilità”, non ancora attuale, “che questo porti le banche centrali a stringere la politica monetaria e aumentare i tassi d’interesse”.

Per il presidente di Intesa San Paolo, Gian Maria Gros-Pietro, anche grazie al Pnrr, il Pil italiano è destinato a crescere e chi investirà in economia sostenibile “avrà il dominio dei mercati nei prossimi decenni”. “La crisi che stiamo combattendo è anomala – osserva – non è né finanziaria né ciclica. E’ stata interruzione forzata della produzione, a questa segue un rimbalzo, ma il rimbalzo ci ha dato velocità di crescita, stiamo crescendo a un ritmo che non abbiamo mai visto negli ultimi 20 anni- L’obiettivo – aggiunge – deve essere di far sì che questa velocità la manteniamo”.

Anche i consumi di energia stanno tornando ai livelli pre crisi. “In Acea gestiamo un business che rispetto alla crisi del Covid è particolarmente resiliente e quest’anno vediamo un trend di crescita molto importante, in linea con le previsioni” illustrate dal Forum Ambrosetti “e ci auguriamo che continui così”, ha detto Giuseppe Gola, amministratore delegato di Acea. “Anche noi prevediamo una crescita abbastanza strutturale nel prossimo triennio”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Edison Nicola Monti. “Come fondazione Edison – ha aggiunto – è da tempo che stiamo rappresentando numeri di crescita sulle Pmi, che fanno da traino. Noi lo vediamo sui consumi di energia, che sono già tornati ai livelli del 2019”.

“Ottimismo ragionato” c’è anche da parte di molti imprenditori come Riccardo Illy che ricorda come ci siano “delle preoccupazioni rispetto ad una crescita di fondo che è solida rispetto al mercato interno e a quello delle esportazioni, però noi in Italia abbiamo una demografia che è la penultima al mondo, peggio di noi fa solo il Giappone”. “O noi invertiamo il trend – avverte – non dico rispetto ai tassi di natalità, ma quantomeno rispetto alla migrazione, o è difficile vedere una crescita quando la popolazione attiva cala. Qui occorrerà qualche cambiamento”.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome