Ciclismo, Colbrelli nella leggenda: l’Italia torna a trionfare alla Parigi-Roubaix

L'estate dei trionfi italiani nello sport non vuole saperne di concludersi. E si arricchisce di contorni epici. La mitica Parigi-Roubaix torna a colorarsi d'azzurro, con la straordinaria impresa di Sonny Colbrelli che riporta un rappresentante del nostro Paese al trionfo dopo 22 anni.

MILANO – L’estate dei trionfi italiani nello sport non vuole saperne di concludersi. E si arricchisce di contorni epici. La mitica Parigi-Roubaix torna a colorarsi d’azzurro, con la straordinaria impresa di Sonny Colbrelli che riporta un rappresentante del nostro Paese al trionfo dopo 22 anni. Per il campione d’Italia e d’Europa un’altra giornata indimenticabile in un 2021 che lo ha visto indiscusso protagonista. Un successo d’altri tempi, con i corridori arrivati al traguardo sporchi di fango, dopo aver lottato con il vento e la pioggia battente: il maltempo era rischio concreto, visto che per la prima volta la regina della classiche si è disputata ad ottobre, dopo l’annullamento dell’edizione 2020 causa pandemia. Il bresciano del team Bahrain Victorious, all’esordio nella classica monumento francese, si è imposto al termine del durissimo percorso di 257,7 km con partenza da Compiegne ed arrivo, dopo 55 km di pavé (divisi in 30 settori), al celebre Velodromo, precedendo il giovane belga Florian Vermeersch (Lotto-Soudal) e l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix). Un epilogo degno di una gara emozionante e bellissima, segnata da tante cadute, moto al seguito comprese.

Quarto posto, a 44″, per Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), entrato nell’iniziale tentativo di fuga e non certo baciato dalla dea bendata: il trentino ha condotto a lungo la corsa in solitaria, prima di incappare in una foratura e una caduta sul pavé quando aveva accumulato un notevole vantaggio sugli inseguitori e avrebbe potuto giocarsi la vittoria. Sorpassato il fuggitivo, il terzetto si è giocato la vittoria nell’emozionante finale all’interno dello storico Velodromo. Il primo sprint è di Vermeersch, ma Colbrelli, bravissimo a restare sempre nelle prime posizioni, risponde. Scrivendo così il suo nome nella leggenda, 22 anni dopo il trionfo di Andrea Tafi. Stremato, ricoperto di fango ma felice, tremendamente felice. Questo è il Colbrelli che si presenta ai microfoni dopo aver firmato l’impresa e aver alzato al cielo la bici, per poi gettarsi a terra in lacrime. “Ho attaccato ai 90 km all’arrivo, poi nel finale ho inseguito Van der Poel e ho fatto un super sprint. Ero al limite”, ha commentato il bresciano, che nell’albo d’oro succede al belga Philippe Gilbert, trionfatore nell’ultima edizione. “Sono veramente contento, è un sogno, una leggenda. La fuga di Moscon? Lui è molto forte, è scattato ai 30 km dalla partenza, ma dietro eravamo un bel gruppo e abbiamo lavorato tutti insieme”, ha spiegato l’azzurro del team Bahrain-Victorious. “Questo è il mio anno, sono davvero felice”. Dopo il trionfo a giugno nel campionato italiano a Imola e a settembre nell’europeo di Trento, il suo momento magico contina. E l’Italia corre con lui.

di Attilio Celeghini

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