Ciclismo, Felice Gimondi morto per un malore in mare a Giardini Naxos

in foto Felice Gimondi

MILANO – L’ex campione di ciclismo Felice Gimondi è morto venerdì pomeriggio mentre faceva il bagno a Giardini Naxos, in provincia di Messina, dove si trovava in vacanza con la famiglia. L’ex ciclista, che avrebbe compiuto 77 anni a settembre, ha avuto un malore e inutili sono stati i soccorsi sia da parte dei bagnini che del 118 e della Guardia costiera intervenuti poco dopo.

Il dramma è avvenuto nella spiaggia di contrada Recanati, dove Gimondi si recava in questi giorni di vacanza per fare il bagno e dove improvvisamente si è sentito male, proprio mentre era in acqua, stroncato con ogni probabilità da un infarto. L’ex campione soffriva di cuore e i medici intervenuti in breve tempo, in un periodo in cui le spiagge sono affollate e di conseguenza aumentano i presidi di sicurezza, non hanno comunque potuto fare nulla per salvarlo.

Il mondo del ciclismo e dello sport è in lutto per quello che è considerato uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, tra i pochi capaci di vincere tutti i tre grandi Giri, e considerato dagli appassionati anche un po’ sfortunato, per aver vissuto gli anni migliori della sua carriera in gara con Eddy Merckx, il ‘cannibale’, capace di vincere tutto.

Tra i primi a rendere omaggio a Gimondi Enrico Ruggeri, che alla rivalità tra i due campioni aveva dedicato la canzone ‘Gimondi e il cannibale’: “Se ne va una parte della mia infanzia, un ragazzo che mi ha fatto sognare, una persona dolce e meravigliosa, un simbolo, un grande uomo”, scrive il cantante su Twitter.

Anche dal mondo politico è trasversale il riconoscimento della grandezza dell’uomo e del campione. “Addio grande e indimenticabile Gimondi, la tua Bergamo e tutta l’Italia dello sport porteranno le tue imprese sempre nel cuore”, scrive tra i primi il vicepremier Matteo Salvini su Twitter. Dal Pd il segretario Nicola Zingaretti parla di “mito iscritto nella storia della cultura e dello sport”, mentre l’ex premier Paolo Gentiloni ricorda “la sua maglia gialla, i suoi grandi successi”.

Il ciclismo italiano perde così una delle sue ultime leggende, uno di quegli sportivi capaci di unire tutti gli italiani nel tifo sotto la stessa bandiera, e di farli sognare con le sue scalate e le sue imprese che resteranno per sempre scolpite nella storia dello sport. (LaPresse)

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