Cinema, morto a 75 anni Rutger Hauer: il celebre replicante di ‘Blade Runner’

L'attore è morto nella sua casa nei Paesi Bassi

MILANO – “Ho visto cose che voi umani…”. Sarà questa la frase con cui verrà ricordato per sempre Rutger Hauer, scomparso a 75 anni. L’attore olandese è infatti noto, soprattutto, per il ruolo di Roy Batty in ‘Blade Runner’, film del 1982 diretto da Ridley Scott. A dare la notizia della scomparsa è stato l’agente, Steve Kenis, a esequie avvenute, spiegando che Hauer è scomparso il 19 luglio scorso, nella sua casa nei Paesi Bassi, dopo una breve malattia e che i funerali si sono svolti mercoledì.

Nato nel 1944 nella provincia di Utrecht e cresciuto ad Amsterdam, figlio d’arte, dal momento che i genitori erano attori drammatici, a soli 15 anni lascia la famiglia per lavorare prima su una nave mercantile e poi come elettricista e carpentiere. Ma non smette mai di studiare recitazione e di inseguire il suo sogno, fino ad arrivare a realizzarlo negli anni Settanta. Il debutto a Hollywood arriva nel 1981, con ‘I falchi della notte’ al fianco di Sylvester Stallone. Il grande successo di pubblico, però, arriva proprio grazie alla pellicola cult ‘Blade Runner’ in cui interpreta il celebre ‘replicante’. Suo il monologo: “Ho visto cose che voi umani”, diventato così famoso da entrare nell’immaginario collettivo. Da non dimenticare anche l’interpretazione in ‘Ladyhawke’ del 1985, al fianco di Michelle Pfeiffer.

Dagli anni Novanta partecipa a film a basso budget e a diversi spot. Nei primi anni 2000 Rutger è apparso in parti minori di film importanti, come ‘Confessioni di una mente pericolosa’ nel 2003, ‘Sin City’ e ‘Batman Begins’ nel 2005. Ha un ruolo nel film ‘Il villaggio di cartone’ di Ermanno Olmi, con cui era rimasto in rapporti di amicizia dopo aver lavorato con lui nel 1989 per ‘La leggenda del santo bevitore’, nella quale interpretava un vagabondo alcolizzato parigino che muore in una chiesa, mentre paga il suo debito con Dio.

Non solo impegnato sullo schermo, ma anche nel sociale. Hauer infatti nel 1994 si batte per la liberazione del cofondatore di Greenpeace, Paul Watson, accusato di avere affondato una baleniera. Costituisce, inoltre, una fondazione per la ricerca sull’Aids. Nel 2007 ha pubblicato un’autobiografia, ‘All Those Moments: Stories of Heroes, Villains, Replicants, and Blade Runners’, scritta con Patrick Quinlan.

Chiara Troiano

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