Congresso mondiale delle famiglie con polemiche e crociata anti-Bergoglio

Si è aperto con l'attacco di Massimo Gandolfini, leader del Family day: "L'aborto è un omicidio". A sorpresa è arrivata la senatrice pentastellata Tiziana Drago, contravvenendo alla linea di Di Maio. Oggi si attendono Matteo Salvini, Lorenzo Fontana e Marco Bussetti

Foto Claudio Martinelli/LaPresse30 marzo 2019, Verona, ItaliacronacaNella foto: Stati Generali della Donna (sul palco Laura Boldrini, Lucia Annibali e Monica Cirinnà) contro il World Congress of Families ospitato alla Gran Guardia a Verona.

VERONA – Un Congresso delle polemiche più che della famiglia. Quello di Verona in questi giorni sta proiettando in Italia una tensione politico-culturale-religiosa che nasce e si è amplificata negli Stati Uniti. Da una parte i presenti – fisicamente o spiritualmente -, mentre dall’altra chi non c’è, sta in silenzio o si esprime contro il meeting conservatore. Una ‘guerra’ tra ‘destra’ e ‘sinistra’ cattolica o, meglio ancora, tra conservatori e progressisti, ratzingeriani e bergogliani.

I contrari alla kermesse

Sono i seguaci di Papa Bergoglio partendo che, al contrario di Ratzinger, si occuperebbe troppo – o solo – di povertà trascurando battaglie come quelle contro l’aborto e, appunto, in difesa della famiglia tradizionale. Questa tesi resiste anche alle statistiche, da cui emerge che Francesco si scaglia spesso contro l’aborto, arrivando a dire che “è come affittare un sicario”. E anche ad affermazioni come quella di Loreto: “La famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna è essenziale”.

L’intervento di Gandolfini

“In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini”, è stato l’esordio del leader del Famili Day Gandolfini. “Da un’unione donna donna e uomo uomo, non nasce una vita, per cui non possono essere genitori – ha quindi proseguito –. Siamo inoltre convintamente contrari alla maternità surrogata e all’utero in affitto, pratica incivile”.

Drago e la posizione del M5s 

Colpo di scena nel primo pomeriggio con la partecipazione ai lavori della senatrice M5s Tiziana Drago, che ha praticamente sconfessato le parole del suo leader. Di Maio, nei giorni scorsi, aveva dichiarato che nessun parlamentare M5s avrebbe partecipato al Congresso, in dissenso con la visione di  donna propugnata dall’evento. E dunque se la senatrice rincara la dose dal palco spiegando che “il M5s non è una realtà politica legata solo alle dichiarazioni di questi giorni, ci sono anche senatori e deputati che hanno apertura verso la famiglia tradizionale”.

La ministra Grillo

La ministra della Salute Giulia Grillo, bolla quella di Verona come una “manifestazione di estrema destra dove si paragona, a detta di alcuni relatori, l’omosessualità al satanismo: questa è quella che mi fa un po’ più ridere  – ha aggiunto – perché è ai limiti del ridicolo ed è ovviamente priva di qualsiasi fondamento scientifico”. E sull’aborto spiega che “non è negandolo che si favorisce la natalità in questo Paese”.

Vincenzo Spadafora

Il parlamentare M5s e sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “Quello di cui si discute a Verona non sarà mai nell’agenda di questo governo”.

Matteo Salvini

La definisce “polemica sul nulla” il vice premier e Ministro dell’Interno che prova a smorzare i toni: “Andrò al Congresso a ribadire la libertà di scelta di tutti e per tutti: le conquiste sociali non si toccano, non si discute della revisione dell’aborto, del divorzio, della libertà di scelta per donne e uomini. Si ragiona su come aiutare le famiglie italiane: mamme e papà, coi bimbi e coi nonni, e uscire da una situazione di povertà che a volte, dopo la nascita di un figlio, ti entra in casa”.

Gli interventi

Il governatore del Veneto Luca Zaia: “Gli estremismi non ci portano da nessuna parte. Io sono stato invitato dagli organizzatori mesi fa, ho dato la mia disponibilità ma questo non significa sposare l’ideologia o l’idea di chi ha organizzato il convegno”. Tra i relatori presenti al Congresso, anche Maria Giovanna Maglie: “Non vorrei che l’aborto diventasse un rito laico di festeggiamento invece che un’opzione alla quale ricorrere come extrema ratio”. E’ intervenuto anche Giuseppe Cruciani: “Io non sono uno di voi. Ma non trovo giusto quello che è stato messo in atto da coloro che vorrebbero spegnere questo microfono: una vera campagna di criminalizzazione. Quindi sono qui. Ovunque vieteranno di esprimere il vostro pensiero, io sarò uno di voi”.

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