Coni, Malagò: “Su lavoro sportivo non siamo stati interpellati”

“Per noi è profondamente sbagliato non ascoltare chi rappresenta il mondo dello sport"

Foto Fabrizio Corradetti - LaPresse in foto Giovanni Malagò

ROMA – “Per noi è profondamente sbagliato non ascoltare chi rappresenta il mondo dello sport. Disconosciamo il metodo, quale è il vantaggio di fare questo lavoro senza interpellarci? Se non sei mai stato presidente di una Asd, perché scrivi una legge senza conoscere la ricaduta sul campo del problema?”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò, al termine della Giunta odierna, in merito al decreto sul lavoro sportivo approvato nei giorni scorso dal Consiglio dei Ministri. “La premessa è che vogliamo si sistemi tutto. È sacro il diritto di chi lavora, ma è sacro anche il diritto del datore di lavoro. Salviamo il dipendente, ma salviamo anche il datore di lavoro altrimenti il sistema viene giù. Serve sicuramente una tipizzazione della figura del lavoratore sportivo. Ad esempio non c’è chiarezza sulla figura dell’allenatore. E anche sul vincolo siamo preoccupati in particolar modo per gli sport di squadra”, ha aggiunto. “Petrucci e Gravina hanno segnalato che l’abolizione del vincolo è una cosa folle così come è . Con quali giocatori ti iscrivi ai campionati giovanili? Sono tutti svincolati. L’abolizione va declinata entro 24 mesi”, ha concluso.

LaPresse

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