Coronavirus: rivolte nelle carceri, morti sei detenuti a Modena

Continuano le proteste e i tentativi di evasione nelle carceri italiane: a Modena sono morti 6 detenuti, rivolte anche a Milano e Palermo

Foto Claudio Furlan - LaPresse

MODENA – Ancora tensioni nelle carceri italiane. Dopo le proteste scoppiate ieri questa mattina nel carcere di Foggia alcuni detenuti sarebbero riusciti ad evadere per poi essere bloccati. Sul posto ci sarebbero agenti di polizia carabinieri e militari dell’Esercito. Un detenuto ha riportato una ferita alla testa. A Foggia lo stesso scenario già visto ieri nelle altre case circondariali dello Stivale. La protesta è scattata per il blocco delle visite dovuto alle misure di cntrasto al contagio del coronavirus. Un tentativo di evasioneè avvenuto anche al carcere dell’Ucciardone a Palermo. Alcuni detenuti hanno tentato di scavalcare la recinzione dell’istituto per fuggire.

Sei morti a Modena

Tra le rivolte più violente quella di ieri nel carcere di Modena. Sono morti sei detenuti. Quattro invece sono in prognosi riservata e in terapia intensiva, secondo quanto spiega l’Ausl di Modena in un bollettino. In tutto sono 18 i pazienti trattati, in gran parte per intossicazione. Ferite lievi anche per tre guardie e sette sanitari. La Procura ha aperto un’inchiesta per accertare le cause di tre decessi: secondo le prime informazioni tre delle morti sarebbero dovute al fatto che, durante la rivolta, si sono impadroniti dell’infermeria e hanno assunto un’overdose di farmaci.

Caos a San Vittore

Il problema delle infermerie prese d’assalto c’è stato anche nel carcere di San Vittore. Alcuni detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale e avrebbero iniziato a bruciare oggetti. I detenuti entrati all’interno dell’infermeria hanno aperto armadietti e cassaforti: come è successo anche a Modena il pericolo è che ingurgitino il metadone usato per placare la tossicodipendenza da eroina. In corso l’intervento delle forze dell’ordine.

Rivolta partita da Salerno

Francesco Basentini, capo dell’amministrazione penitenziaria ha spiegato le origini della protesta: “Tutto è partito da Salerno, poi la rivolta ha seguito un tam tam su tutto il territorio italiano. Il motivo è legato alla richiesta di colloqui, si chiedeva che il personale medico restasse anche di notte coi detenuti”.

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