Coronavirus calcio, Sibilia: “A rischio tremila società, aspetto aiuti concreti”

"Condivido le parole di ieri di Spadafora, mi rifaccio però anche ad un'intervista di 20 giorni fa del Ministro quando parò di contributi alle società dilettantistiche, aspetto questa vicinanza nel concreto che deve venire dal governo".

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – “Condivido le parole di ieri di Spadafora, mi rifaccio però anche ad un’intervista di 20 giorni fa del Ministro quando parò di contributi alle società dilettantistiche, aspetto questa vicinanza nel concreto che deve venire dal governo. Il calcio dilettanti conta 12mila società, oltre 1 milione di tesserati. Sono i numeri del calcio della formazione, delle piccole comunità, della base. Una realtà importante che ha un ruolo sportivo e di aggregazione nel sociale”. Così Cosimo Sibilia, presidente della Lega Dilettanti, ospite di ‘Tutti Convocati” su Radio24.

Il rischio

“Sono in contatto con i miei presidenti regionali e delegati provinciali, nelle zone più colpite hanno difficoltà a dire di riprendere campionati. Quando ci sarà la sicurezza spero che i responsi arrivino dal rettangolo di gioco. I tempi però li detta il virus”, ha aggiunto. “Mi rendo conto che il calcio professionistico e in particolare la SerieA è la locomotiva dal punto di vista economico, ma esistiamo anche noi. Per tornare in campo aspettiamo la parola delle istituzioni, l’esercizio della previsione serve a poco. Se continua così perdiamo 3mila società. Porte chiuse non è quello che auspichiamo, ma è un problema limitato, tolte alcune società come il Palermo che ha un seguito di 20mila persone”, ha aggiunto. “Nella LND abbiamo la necessità di essere sicuri da un punto di vista sanitario, con gli esami che devono fare le squadre e gli staff. Chi può garantire che sono sostenibili? Chi deve mettere le risorse per fare questo? Aspettiamo risposte”, ha concluso.

LaPresse

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