Coronavirus, Cgia Mestre: “Metà economia e gettito fiscale prodotti al nord”

Il danno d'immagine è pesante

Foto Claudio Furlan - LaPresse Nella foto: mascherine in metropolitana

MILANO – Se l’emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, come hanno ipotizzato molti esperti di virologia, il rischio che una buona parte dell’economia nazionale si fermi è alquanto probabile. Dall’Ufficio studi della CGIA segnalano che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene“generata” la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell’erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale). Da questi territori partono per l’estero i 2/3 delle esportazioni italiane. E si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi .Rifinanziare Cigoe Cigs, ridare credito alle Pmi e la PApaghi i suoi debiti.

Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni ubicati nella cosiddetta zona rossa è altresì necessario che l’Esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l’economia. “Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi -segnala il coordinatore Ufficio Studi Paolo Zabeo – sono già allo stremo. Per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio-lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. E l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi. E la Pubblica Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori”. Oltre a questo, la CGIA chiede di rilanciare anche gli investimenti pubblici.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome