Coronavirus, i sindacati contro il decreto: troppe aziende aperte

A criticare le iniziative è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che in una serie di interviste definisce "incomprensibili" le scelte dei sindacati e lancia l'allarme

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi 18/09/2019 - Roma, Italia. POLITICA Palazzo Chgi. Conte incontra i sindacati CGIL, CISL e UIL. Maurizio Landini Photo LaPresse - Andrea Panegrossi 18/09/2019- Rome, Italy Palazzo Chgi. Conte meets the trade unions CGIL, CISL and UIL

MILANO – Il giorno dopo la pubblicazione del decreto del governo che mette in fila le attività che potranno stare aperte in questa nuova fase dell’emergenza coronavirus, i sindacati insorgono. E minacciano scioperi e mobilitazioni. E oltre a giudicare troppo ampio lo spettro delle aperture, lamentano anche che il governo abbia allargato il numero delle imprese esentate dalla chiusura senza consultarli.

La protesta dei sindacati

I primi a imboccare il sentiero di guerra sono i metalmeccanici della Lombardia che hanno proclamato otto ore di sciopero per mercoledì 25. Ma già oggi si sono bloccati i lavoratori del settore aerospazio e sono numerose le mobilitazioni spontanee in atto in numerosi settori. Intanto da domani anche i bancari sono pronti alla mobilitazione.

Boccia e Patuanelli difendono il governo

A criticare le iniziative è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che in una serie di interviste definisce “incomprensibili” le scelte dei sindacati e lancia l’allarme. “Il 70% delle imprese rischia di non riaprire con perdite fino a 100 miliardi al mese”. A difendere le scelte del governo è anche il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Il ministro nega con decisione le accuse di chi lamenta cedimenti agli industriali. “Abbiamo analizzato le richieste e siamo giunti ad una sintesi soddisfacente”, assicura.

(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)

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