Coronavirus, Trump: “Sparirà senza vaccino”. Ma in Usa superati 77mila morti

Foto Evan Vucci /AP in foto Donald Trump

TORINO – Non si arresta la corsa del coronavirus negli Stati Uniti. Secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University, gli Usa rimangono il Paese più colpito al mondo con 1.288.569 casi e 77.344 morti. Tuttavia il presidente, Donald Trump, preannuncia che il virus “andrà via senza un vaccino” e stima in 95mila i morti nel Paese: una proiezione inferiore rispetto a quanto anticipato dalla task force della Casa Bianca ma superiore rispetto a quanto dichiarato in precedenza dal tycoon che aveva pronosticato 60-65mila vittime.

Nel frattempo arriva una dura critica alla gestione della pandemia dell’amministrazione Trump da parte di Barack Obama. In una telefonata privata con alcuni ex collaboratori , l’ex vice presidente parla di “un disastro caotico assoluto”. Sale intanto il livello di preoccupazione nello Stato di New York dopo che tre bambini sono morti a causa di una rara sindrome infiammatoria, simile alla malattia di Kawasaki, che si ritiene legata al Covid-19.

Una tiepida rassicurazione giunge dal governatore, Andrew Cuomo. Il quale ci tiene a precisare che “non ci sono prove che il virus causi la sindrome”. Nel mentre la California si attrezza per le presidenziali di novembre adottando il voto postale. La decisione del governatore democratico, Gavin Newsom, arriva per “affrontare la paura, provata da molte persone, di radunarsi in grandi gruppi” ma è avversata dal Comitato nazionale repubblicano che fa sapere di avere rivisto le sue “opzioni legali per garantire l’integrità delle elezioni”.

Situazione ancora critica in Brasile dove si registrano 751 morti in 24 ore

La cifra record dall’inizio della pandemia porta il totale nel Paese a quota 9.897 e oltre 145mila casi. Il presidente, Jair Bolsonaro, aveva ironizzato sul distanziamento sociale annunciando una grigliata all’Alvorada con 1.300 persone, poi cancellata a causa delle critiche piovute nei suoi confronti sulla stampa e sui social.

Dall’altra parte del globo, Seul si vede costretta a compiere un passo indietro e chiudere oltre 2.100 bar e discoteche dopo la diffusione di nuovi focolai legati alla riapertura dei locali. I centri per la prevenzione e il controllo delle malattie della Corea del Sud (Kcdc) hanno rilevato 18 nuovi casi nelle ultime 24 ore. Tutti, tranne uno, sono collegati a un 29enne che è stato in 3 club nel distretto di Itaewon a Seul prima di essere risultato positivo al coronavirus.

Per quanto riguarda l’Europa, continua a diffondersi il contagio in Russia dove sono stati registrati oltre 10mila casi in 24 ore, portando il totale a 198.676, a fronte di oltre 1.800 morti. Il Paese si trova ora al quinto posto nella classifica mondiale per il numero di contagi dopo Stati Uniti, Spagna, Italia e Regno Unito.

Un invito alla prudenza arriva dal premier spagnolo, Pedro Sanchez, che in vista della riapertura di lunedì di molte attività commerciali, tra cui teatri e mercati, nelle regioni meno colpite del Paese, fa appello ai cittadini affinchè rispettino il distanziamento sociale e ricorda che il virus “non è ancora sparito”. (LaPresse)

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