Crisi energetica, politica sorda: “Il governo pensi ai lavoratori”

L’amministratore della Fiammante: “L’energia si paga un terzo in più. Per le aziende dovrò sborsare 4 milioni contro i 650mila del passato”

NAPOLI – Tra un rincaro in bolletta e l’altro si fa spazio anche la questione della crisi ucraina con la fornitura e il prezzo del metano che pesano non poco sullo scenario geopolitico. Questo mentre resta la consapevolezza di dover arrivare a fine mese. Una consapevolezza condivisa sia dai cittadini che dagli industriali. E lo sa bene Francesco Franzese, amministratore unico della ‘Icab La Fiammante’, azienda leader nel settore delle conserve, che commenta: “La situazione è più che preoccupante. Anche per noi che ci occupiamo della produzione di conserve alimentari e che abbiamo il momento clou della nostra filiera tra luglio e settembre, con i pomodori, lo scenario non è dei migliori”.

Se ci dovesse raccontare il rincaro in numeri, per quanto riguarda la Fiammante, ovviamente, sarebbero i numeri di un triste primato?

Direi proprio di sì. Solo considerando i costi di concimi, packaging e simili i costi dovuti all’energia aumentano tra il 25% e il 30%. Ma se per luglio non sarà cambiato qualcosa allora il rincaro sarà record. Secondo le mie stime mentre l’anno scorso per il metano in particolare, che è il costo più gravoso per noi, abbiamo pagato circa 650mila euro, ci aspettiamo per settembre 2022 una bolletta di 4 milioni. Questo mentre il passaggio della bolletta elettrica vedrà un aumento che va dai 200mila euro attuali a 900mila o giù di lì. Siamo alla follia. E per settimane quasi ce lo siamo dimenticato. Per così dire.

Per via delle elezioni del Quirinale.

Dieci giorni per quello. Altri 10 per la crisi in Ucraina. Questo mentre i panieri degli italiani si preparano a svuotarsi sempre di più purtroppo. È un circolo vizioso. Le aziende hanno difficoltà a pagare le bollette ora, figurarsi quelle dell’anno prossimo, e così il consumatore finale. Così chi prima spendeva 100 euro di spesa oggi ne deve spendere 15, risparmia fino all’osso e l’economia non gira. Le aziende fanno scelte difficili a volte. Questo mentre la politica si dimentica di parlare di futuro. Del vero futuro. Perché confessiamolo quando parliamo di idrogeno, nel dibattito della transizione ecologica, è come parlare degli alieni.

Alieni? Molto lontani e verdi?

Direi. E dispendiosi. Per ottimizzare l’energia in ottica green si deve investire. Ma come si fa a investire se c’è il rischio di schiantarsi sotto la pressione dei costi sempre più alti di materie prime, energia e quant’altro? Inoltre, è un paradosso economico che contravviene a qualsiasi cosa si sia detta sulla legge della domanda e dell’offerta. Ad oggi la domanda è bassissima ma i prezzi continuano a salire. E così ci sono interi libri di economia da buttare, o da riscrivere.

Ma c’è in effetti, come diceva anche c’è l’Ucraina. Lo scenario geopolitico senza dubbio concorrerà nell’aumento dei prezzi dell’energia.

Sì, ma c’è da chiedersi il perché. Recentemente Putin ha dichiarato di aver garantito alle grandi compagnie, tra cui Enel ed Eni, a prezzi bassi. Il rincaro, quindi, sembra che non sia da quel lato. Non so se ci sia chi lucra e dove sia ma è vero che l’economia reale, quella delle aziende produttrici che devono pagare i propri dipendenti, fornitori e così via è in seria difficoltà.

D’altronde è stata una delle prime cose annunciate dal ministro Cingolani. L’aumento delle bollette. Ci sarà però una strada? Una soluzione?

Fare come la Francia. La Francia ha calmierato i prezzi. Ha consentito aumenti attorno al 4%, certo non un piacere da pagare ma stringendo la cinghia si potrebbe fare, e il resto è stato pagato dallo Stato. Nessun bonus bolletta o altro. Il prezzo, diciamoci la verità, il Governo deve bloccarlo in bolletta. E questo non vale solo per le aziende ma per i consumatori. Pensate ai pensionati, ai precari. E anche ai lavoratori. Il rincaro è per tutti.

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