Dazi, Gli Usa non concedono sconti. Ue: “Risponderemo a tempo debito”

Niente proroga, nessuna tregua: a quattro giorni dal via libera ufficiale concesso dall'Organizzazione mondiale del commercio per la vicenda degli aiuti ad Airbus gli Stati Uniti hanno imposto i nuovi dazi maggiorati su 7,5 miliardi di dollari di importazioni provenienti dall'Unione europea

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MILANO – Niente proroga, nessuna tregua: a quattro giorni dal via libera ufficiale concesso dall’Organizzazione mondiale del commercio per la vicenda degli aiuti ad Airbus gli Stati Uniti hanno imposto i nuovi dazi maggiorati su 7,5 miliardi di dollari di importazioni provenienti dall’Unione europea, che dal canto suo si prepara a contrattaccare. L’occasione, d’altra parte, non dovrebbe tardare ad arrivare. “Questo passo non ci lascia altra alternativa se non quella di procedere a tempo debito con i nostri dazi per il caso Boeing, nel quale gli Stati Uniti sono stati colti in violazione delle norme del Wto”, mette in guardia la commissaria responsabile per il Commercio, Cecilia Malmstrom, facendo riferimento al caso – speculare a quello di Airbus – che vede questa volta gli States accusati di aver supportato in modo illecito il proprio campione dell’industria aeronautica e sul quale l’organizzazione con sede a Ginevra dovrebbe esprimersi nel 2020. Parole dure, che vanno ad aggiungersi a quelle pronunciate dal ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, per cui le decisioni della Casa Bianca “avranno conseguenze negative sia dal punto di vista economico che da quello politico”.

Il danno ai prodotti made in Italy

Nel frattempo, però, a tremare sono i produttori europei. Inclusi gli italiani, per quanto il paese non abbia partecipato al consorzio sostenuto inizialmente da Francia e Germania, alle quali si sono affiancate negli anni Spagna e Regno Unito. I prodotti del Made in Italy agroalimentare potrebbero andare incontro a un calo delle vendite del 20% negli Stati Uniti, avverte Coldiretti, spiegando che i più colpiti saranno Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che vedranno le imposte passare da 2,15 a 6 dollari al chilo, a tutto vantaggio tra l’altro delle “copie” statunitensi. Ma a doversi accollare pesanti fardelli saranno anche salumi e liquori. “Mai come ora la filiera agroalimentare deve rimanere unita e fare squadra per garantire stabilità e mantenere alti il valore e l’identità della produzione”, mette a sua volta in guardia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, convinto che “in questo preciso momento storico di grande incertezza, occorre più che mai essere compatti, allevatori e trasformatori, per rendere più forte tutta la filiera”.

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