Di Battista, le provocazioni alla Lega e il monito ai suoi: “Non dimentichiamo quello che siamo”

5 Stelle, un solo Movimento e tante anime diverse, ma complementari

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 11-10-2017 - Roma Montecitorio. Manifestazione del Movimento 5 stelle contro il Rosatellum. Nella foto Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico Vincenzo Livieri - LaPresse 11-10-2017- Roma News M5S demonstration at Montecitorio

ROMA – All’interno del Movimento 5 Stelle convivono da sempre diverse anime, non solo per provenienza ‘politica’, ma anche per visione del mondo. Alessandro di Battista è l’unico che in questo momento può permettersi di bacchettare gli alleati della Lega e Matteo Salvini senza creare incidenti diplomatici sul piano governativo.

Di Battista ‘braccio armato’ del Movimento

Da Puerto Escondido, non direttamente coinvolto nell’avventura del governo pentaleghista, l’ultima diretta di ‘Diba’ con tanto di provocazioni agli alleati del carroccio e al vicepremier, ministro dell’Interno Salvini.

La premessa

“Ho restituito 46.500 euro: 3.500 li ho dati al fondo per le piccole e medie imprese. Si tratta – ha spiegato ‘Diba’ – dell’ultimo taglio allo stipendio da parlamentare. I restanti 43.000 invece riguardano l’assegno di fine mandato che è arrivato sul mio conto. Ho fatto una sola legislatura e questo mi spetta per legge. Pensate quanto si sono intascati i ‘politicanti’ professionisti che di legislature ne hanno fatte 6,7, addirittura 8″. Questa la premessa all’affondo.

La stoccata

“La Lega e i trombati della Lega – ha evidenziato Di Battista – facessero la stessa cosa, metà ai terremotati, alle imprese. Dicono ‘prima gli italiani, allora lo facessero”.

Poi l’ammonimento ai pentastellati. “Il Movimento deve fare il Movimento, il razzismo è distrazione di massa. Siamo il Movimento, non ce lo dimentichiamo”.

Un Movimento, tante anime

Tra i 5 Stelle convivono e si scontrano diverse correnti di pensiero. Ci sono i fedelissimi del capo politico Luigi Di Maio che non può più vestire solo i panni del ‘capo popolo’. Da vicepremier e ministro per il Lavoro deve mediare tra gli umori dei suoi e le posizioni degli esponenti del carroccio e di Salvini. Laddove non gli è possibile usare la ‘bacchetta dell’ammonimento’ direttamente ci pensano gli altri. Ad esempio il nemico-amico Roberto Fico, che anche se trattenuto nei panni di presidente della Camera sul tema immigrazione non ha evitato di ‘sposare’ una posizione nettamente diversa dal ministro.

Con lui gli ‘ortodossi’ tra cui la senatrice Paola Nugnes che qualche segnale di insofferenza rispetto al tema del ‘razzismo’ lo ha lanciato dalla sua pagina Facebook. Infine, ma non per ultimo, Beppe Grillo il cui video parodia sul ‘nero in spiaggia’ e la telefonata a Salvini spopola online.

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