Di Maio attacca: partiti traditori, alle urne il 24 giugno. Grillo torna in gioco

Foto LaPresse/ in foto Luigi Di Maio

di Dario Borriello

Roma, 4 mag. (LaPresse) – Fallito ogni tentativo di stipulare patti di governo con la Lega o il Pd, la linea del Movimento 5 Stelle diventa granitica: governo di tregua? #Senzadime. L’hashtag usato da Renzi e i suoi per affossare il dialogo con Di Maio, torna utile al giovane leader, insolitamente disponibile a taccuini e telecamere, per dire no a qualsiasi tipo di esecutivo non passato prima dalle urne: che sia tecnico, del presidente o di tregua, il suo posto sarà all’opposizione. I toni sono alti, da campagna elettorale, il capo pentastellato carica tutti a testa bassa, tranne il presidente della Repubblica: “Se metteranno Mattarella in condizione di individuare questo governo, i partiti saranno traditori del popolo”. Nella testa dell’ex vicepresidente della Camera c’è solo una strada per uscire dalla crisi, il voto anticipato, e individua nel 24 giugno la prima data utile, perché “rientra nel tornante dei ballottaggi” delle prossime elezioni amministrative. Se riuscisse a convincere il Colle, sarebbe un capolavoro di comunicazione, visto che da giorni ripete come un mantra di volere il suo ‘secondo turno’ con la Lega.

Di Maio proprio non manda giù quello che definisce il disegno di Renzi e Berlusconi per “sabotare” l’ascesa dei Cinquestelle. Con l’ex segretario dem, poi, il conto è apertissimo: “Noi abbiamo ‘sbroccato’? Ma se è il Pd ad aver dimezzato i voti, il 4 marzo, la lezione non gli è bastata”. Il progetto di “arginare il Movimento dal governo” però non resterà senza conseguenze nei piani del capo politico, che tuona: “Significherà ancora una volta chiamare in causa i cittadini, noi lo abbiamo fatto chiedendo il voto subito, ma è chiaro che poi dovremo farlo anche in altri modi”. Dunque, a breve smetterà cravatta e completi istituzionali per tornare in piazza.

Tocca capire se toccherà lui il compito di arringare le folle. Perché Beppe Grillo sembra avere tutte le intenzioni di tornare (prepotentemente) al centro della scena. Dopo settimane di silenzio, infatti, ‘l’Elevato’ si è rifatto vivo con un’intervista al sito francese “Putsch Magazine”. Nell’intervista rilancia l’idea di un referendum sull’uscita da euro ed Europa, vecchio cavallo di battaglia del 5 Stelle, che sembrava ormai superato dal nuovo gruppo dirigente. In molti vedono questa mossa come un ‘avviso di sfratto’ del comico genovese a Di Maio, ma l’esperienza insegna a non lanciarsi in improvvide previsioni quando si parla del Movimento.

Intanto, in attesa che il Colle provi a sbrogliare la matassa, la campagna elettorale del M5S è già iniziata. Con la battaglia sui vitalizi, che alla Camera è ormai su un percorso in discesa, grazie all’impegno di Roberto Fico, mentre al Senato è ancora frenata dal mancato via libera della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla quale il capogruppo di Palazzo Madama, Danilo Toninelli, ha spedito una lettera breve ma puntuta, per chiedere “lumi sull’istruttoria” che il suo gruppo “vorrebbe vedere il prima possibile all’esame del Consiglio di Presidenza”. Approvare il taglio del privilegio più odiato dal mondo pentastellato, prima di un eventuale scioglimento delle Camere, sarebbe un punto d’oro da giocarsi con gli elettori. Sulla strada che porta al voto anticipato, però, c’è ancora da superare l’ostacolo più grande: il Quirinale.

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