Di Maio “Evitare Nazareno 2.0, la nostra riforma sulla prescrizione dal 1 Gennaio è legge”

"Se poi il Pd vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi per il ritorno della prescrizione, rischiando un Nazareno 2.0, non credo avverrà"

ROMA – Ancora un contrasto in maggioranza di Governo. Il tema prescrizione, infatti, ha riportato a galla le differenze tra i due partiti alleati: il Movimento 5 stelle ha deciso di appoggiare totalmente la riforma del ministro della Giustizia Bonafede che entra in vigore dal 1 Gennaio mentre per i Dem la riforma andava fatta in tutt’altro modo. La proposta di Bonafede infatti, prevede l’interruzione del termine di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione. Secondo i democratici però se così fosse, vanno introdotti dei nuovi termini di durata massima per le fasi di appello in cassazione secondo la “prescrizione processuale” proposta dall’ex procuratore generale di Milano Edmondo Bruti Liberati.

Il Pd dunque pretende un rinvio della riforma, alla quale però, Di Maio e i suoi non sembrano essere molto tesi. Il leader dei 5 stelle infatti è intervenuto duramente sull’argomento: ” La nostra riforma sulla prescrizione dal primo gennaio diventa legge e su ciò non si discute. Se poi il Pd vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi per il ritorno della prescrizione, rischiando un Nazareno 2.0, non credo avverrà”. “Non ho mai parlato di una crisi di Governo ma abbiamo chiesto un rinvio per migliorare questo meccanismo”. “La cosa incredibile è che la Lega attacca su questo fondo quando tutto questo è patito dal governo Berlusconi-Lega, alla faccia dei sovranisti” conclude.

Le reazioni

Al Pd non sono affatto piaciute le parole del ministro agli Esteri e ha risposto per le righe tramite il presidente dei senatori, Andrea Marcucci:” Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non non faremo passi indietro. Non si può proprio accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono altre soluzioni da poter affrontare, dunque inviterei Di Maio a smettere di provocare”.

Umberto Caiazzo

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