Dieci anni fa la tragedia della Costa Concordia, la lotta per la vita di decine di campani

Napoletani nell’equipaggio e tra i passeggeri: dal ponte 4 alla salvezza, storie da incubo

Foto Palli Fabio/LaPresse

Chi si è salvato saltando su una scialuppa, chi si è ritrovato da solo, chi ha visto persone cadere e morire. A bordo della Costa Concordia la sera del 13 gennaio di 10 anni fa, c’erano 4229 persone di cui 1023 membri di equipaggio e 3206 passeggeri. Ognuna con la sua storia e il suo dramma. E tra loro tanti campani. Come Francesco Santarpia, sua moglie Valentina, e un’altra coppia di amici. Si sono salvati perché erano sul ponte 4, a pochi passi dalle scialuppe e hanno resistito alla calca che si è creata intorno all’incidente. C’era il primo ufficiale Ciro Ambrosio, nativo di Torre del Greco, tra i protagonisti di quella notte, che ha poi patteggiato una pena lieve (1 anno e 11 mesi) e che poi è diventato uno dei grandi accusatori (prontamente ricambiato) del comandante Francesco Schettino. A salvarsi in quella notte di paura i parrucchieri napoletani che stavano partecipando al concorso-reality girato a bordo della nave. Come Gianmaria Michelino, Alessandro Esposito, Massimo Avallone. E il pianista di Recale, provincia di Caserta, Antimo Magnotta, che faceva parte dell’equipaggio, che è uscito illeso dalla tragedia e che non ha mai smesso di suonare, oggi vive a Londra. Riuscì a saltare su una barca e a non cadere in mare. Sul ponte 4 al momento dello schianto stava cenando anche Antonio Scotti, con la moglie Barbara e la sua famiglia. Che dopo si sono ritrovati ad affrontare le ferite nell’anima provocate da quell’orrore e sono andati avanti con coraggio. Almeno 8 napoletani sono stati presi in cura da uno psichiatra per combattere quell’incubo durato poche ore e che ha lasciato tracce che non consentono di sentirsi più liberi. Ci sono voluti anni per ritrovare la serenità. Non sono bastati per dimenticare. Non basteranno mai.

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