Egitto al voto per il referendum che rafforzerà il potere di al-Sisi

In un testo pubblicato giovedì, il Soufan Center, think-tank sulla sicurezza, ha affermato che "c'è poca opposizione pubblica alle modifiche costituzionali"

(Photo by Tarek ABDEL HAMID / AFP)

IL CAIRO – Gli egiziani votano, in un referendum privo di suspence, sulla revisione costituzionale che permetterà al presidente Abdel Fattah al-Sisi, presidente dal 2014, di prolungare il proprio mandato e consolidare il potere. I 62 milioni di egiziane ed egiziani possono votare sino a lunedì, tra le 9 e le 21, per dire sì o no alla modifica della Costituzione ai seggi sotto alta protezione di polizia ed esercito.

Manca poco all’esito delle votazioni in Egitto

I risultati, che si prevede saranno favorevoli ad al-Sisi, saranno annunciati il 27 aprile. Da settimane le strade del Cairo e di altre città sono decorate di bandiere che chiedono di votare a favore della revisione della Carta del 2014. Che limita a due il numero di mandati presidenziali.

Il popolo è chiamato alle urne per esprimersi sulle modifiche costituzionali

Martedì il Parlamento ha approvato con schiacciante maggioranza gli emendamenti costituzionali. Che prevedono che il secondo mandato di al-Sisi, rieletto nel 2018, sia prolungato di due anni, con termine quindi nel 2024. Il capo di Stato potrà poi ricandidarsi a un terzo mandato, con cui potrà così restare in carica sino al 2030. Inoltre, sarà accresciuto il controllo del governo sulla giustizia e istituzionalizzato il ruolo politico dell’esercito, pilastro del governo. Un’altra modifica prevede una quota del 25% di donne in Parlamento.

Si prevede un rafforzamento del governo di al-Sisi

In un testo pubblicato giovedì, il Soufan Center, think-tank sulla sicurezza, ha affermato che “c’è poca opposizione pubblica alle modifiche costituzionali. Probabile come risultato della natura oppressiva del governo”. L’ong Human Rights Watch ha chiesto al potere egiziano di interrompere il processo di cambiamento della Costituzione. Ritenendo che le modifiche non faranno che “consolidare il potere autoritario”.

Le aspre critiche al referendum costituzionale

Varie ong e oppositori hanno criticato il referendum, accusando anche al-Sisi di gravi violazioni dei diritti umani. Un gruppo di ong ha denunciato che “il clima” politico non consente una consultazione con “garanzie che siano anche solo minime di imparzialità ed equità”. Al-Sisi è stato eletto presidente nel 2014 con il 96,9% dei voti. Un anno dopo aver destituito con l’esercito e sullo sfondo del malcontento popolare il presidente islamista Mohamed Morsi. Nel 2018 è stato rieletto con il 97,08% dei voti, senza che nessun serio rivale abbia potuto sfidarlo.

Il previsto consolidamento del potere di al-Sisi in Egitto, il Paese più popoloso del mondo arabo, arriva mentre in Sudan e Algeria sono emersi movimenti popolari. Che, dopo mesi di contestazione, hanno avuto la meglio sui capi di Stato al potere da decenni. Omar al-Bashir, al potere dal 1989 a Khartoum, è stato deposto l’11 aprile.

Il caso Bouteflika in Algeria

Abdelaziz Bouteflika, a capo dell’Algeria dal 1999, si è dimesso il 2 aprile. In Parlamento al Cairo, intanto, solo 22 deputati hanno votato contro gli emendamenti o si sono astenuti. L’opposizione resta confinata ai social network mentre la gran maggioranza dei media, in particolare la tv, diffonde messaggi di sostegno al presidente. Demonizzando le voci critiche che spesso vivono in esilio.

(LaPresse/AFP)

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