Fisco, mediazione Governo in sei punti: apertura su flat tax ma c’è il nodo tempi

Una proposta di mediazione in sei punti, per mediare tra le diverse posizioni all’interno della maggioranza e riavviare l’iter della delega fiscale.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Il Ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D'Incà

ROMA – Una proposta di mediazione in sei punti, per mediare tra le diverse posizioni all’interno della maggioranza e riavviare l’iter della delega fiscale. È quella sui cui oggi si è discusso nella riunione di maggioranza tenutasi nell’aula della commissione Finanza a Montecitorio. Tutti parlano di un’atmosfera diversa rispetto allo scontro di qualche settimana sulla questione catasto. A cominciare dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca: “Il clima è migliore rispetto alle settimane precedenti e c’è un dialogo puntuale su ogni singolo tema”, dice lasciando l’incontro. L’apertura più importante da parte dell’esecutivo sembra quella riguardante la flat tax e il regime forfettario. Ma alcune fonti parlamentari definiscono la proposta governativa – presentata dai sottosegretari all’Economia Federico Freni e Maria Cecilia Guerra – “molto generica”, e quindi non tutti i nodi appaiono sciolti. “Il Governo ha presentato una proposta di mediazione suddivisa in sei macrotemi”, spiega la deputata M5S Vita Martinciglio, elencando: “regime forfettario, cashback fiscale, sistema duale, invarianza tributaria, federalismo municipale, mensilizzazione del versamento dell’acconto Irpef”. L’avvio della discussione, al momento, resta calendarizzato “al 28 marzo”, precisa Martinciglio. Ma il centrodestra chiede di rinviare: “Ci sono tutti i tempi possibili e immaginabili, e sono necessari per maturare alcune scelte”, spiega l’onorevole Massimo Bitonci della Lega. Appare dunque difficile che la settimana prossima la delega possa proseguire l’iter in commissione per poi approdare in aula il 28 marzo. Un allungamento dei tempi è stato richiesto anche da Forza Italia e Coraggio Italia. “E’ l’inizio di un ragionamento. C’è un’apertura sul regime forfettario, per estenderlo anche oltre i 65 mila euro di fatturato con un meccanismo di ‘scivolo’, ma non sappiamo ancora come funzionerà. Per il resto, oggi per la prima volta ci stiamo finalmente parlando”, aggiunge Bitonci, toccando però subito un altro punto che rischia di spaccare la maggioranza: “Noi siamo assolutamente contrari alla proposta del Movimento 5 Stelle sul cashback fiscale, cioè il rimborso automatico sul conto corrente delle spese detraibili, perché finirebbe solo per produrrebbe debiti d’imposta a carico dei cittadini”. L’accordo è ancora da chiudere, insomma, e non sembra possa essere raggiunto nei tempi che il Governo si augura.

Di Giuseppe Recchia

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