Galli: “I focolai sono nelle case, ma la malattia è meno forte”

Le parole dell'infettivologo milanese dell'ospedale Sacco

Foto Claudio Furlan - LaPresse 19 Marzo 2020 Brescia (Italia) NewsCoronavirus, dentro il reparto di terapia intensivaNella foto: il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Poliambulanza di Brescia Photo Claudio Furlan/Lapresse 19 March 2020 Brescia (Italy) Intensive care unit of the Poliambulanza hospital in Brescia

MILANO – “I dati oscillano in base al numero dei tamponi e là fuori ci sono dieci volte i positivi accertati, che continuano a spargere il virus anche semplicemente tra i parenti durante le feste”. Così in un’intervista a La Stampa Massimo Galli, infettivologo milanese dell’ospedale Sacco. Di nuovi focolai “se ne creano di continuo a domicilio, ma per fortuna portano a forme miti della malattia. Da una settimana i casi sono meno gravi e non portano pressione sugli ospedali”, spiega.

“Non cambia il virus, ma il modo di prenderlo – afferma -. All’inizio i malati erano gravi perché rimanevano a lungo in casa in un periodo in cui non si sapeva nulla della malattia mentre questa circolava. Ora con le misure di distanziamento tutti sono sensibilizzati e appena uno sta male corre in ospedale. Chi rimane in casa ha una forma leggera, ma può creare dei focolai che perpetuano il contagio”. Secondo l’esperto, “Bisogna porre più attenzione all’isolamento in strutture dedicate o alberghi. I contagiati vanno quarantenati meglio, anche nell’ottica di una riapertura. Per convivere con il virus occorre aumentare la sicurezza sanitaria, che in ogni caso non sarà mai il 100 per cento”.

(LaPresse)

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