Governo, 300mila posti di lavoro in bilico: i dossier che spaventano Conte

Già il 7 gennaio si tornerà a parlare di Alitalia alla Camera

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA – Quasi 150 tavoli di crisi aperti al Mise. Senza contare il risiko Ex Ilva, l’incubo Alitalia o il nodo del salvataggio della Popolare di Bari. Per il governo Conte l’inizio del 2020 si preannuncia caldissimo, con 300mila posti a rischio e possibili ricadute industriali e politiche se non si riuscirà a trovare il bandolo della matassa sui dossier più in vista. Il primo è sicuramente quello di Taranto, dove entro il 31 gennaio esecutivo e Arcelor Mittal devono trovare un accordo per conservare la produzione di acciaio in Italia. A fine anno era filtrato un cauto ottimismo, ma il nuovo piano industriale è ancora in alto mare e una eventuale decisione negativa del Riesame potrebbe decretare lo spegnimento dell’altoforno 2 con nuovi esuberi rispetto ai 4700 già minacciati dai franco-indiani.

Il dossier Alitalia

In agenda non ci sono nuovi tavoli in programma, mentre già il 7 gennaio si tornerà a parlare di Alitalia alla Camera. Martedì, infatti, la commissione Trasporti, che esamina il decreto legge che assegna i 400 milioni, ha fissato l’audizione di Lufthansa e del supercommissario Giuseppe Leogrande. Qui la deadline è chiarissima: o si trova un acquirente entro giugno oppure, ha ribadito il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, “si chiude”.

Almeno 2500 esuberi

L’eventuale shock investirebbe almeno 10mila persone, ma l’impatto sarebbe potenzialmente devastante anche per la Regione Lazio. Per il vettore starebbero continuando le tratttative sotterranee con Lufthansa e AirFrance-KLm, interessate però ad un’Alitalia snellita da aerei e dipendenti. Tradotto: almeno 2500 esuberi, che spaventano i sindacati di settore, in ansia anche sul fronte Whirlpool. Qui la situazione è in stand-by: il colosso delle lavatrici ha chiarito che produrrà a Napoli solo fino al 31 marzo, poi ha deciso per la riconversione e la cessione del ramo d’azienda. L’attività passerebbe però agli svizzeri della Prs – che si occupa di impianti di refrigerazione – ipotesi che non convince il governo e i 410 dipendenti campani.

Mahle, dipendenti in attesa

In Via Molise nessuno dimentica la Mahle nel Torinese, 443 dipendenti in attesa di notizie sul proprio futuro, o la la ex Embraco di Torino, dove 400 lavoratori su 2000 sono a rischio licenziamento dalla Ventures. Piombino? Jindal ha acquisito le acciaierie ex Lucchini 18 mesi fa, ma non è stato ancora presentato un progetto di rilancio nero su bianco. Ovviamente a inizio 2020 bisognerà fare i conti anche con il nodo delle concessioni autostradali, con il report in arrivo che parlerebbe di “evidenti mancanze di manutenzione” da parte di Aspi. Si prefigura quindi l’affidamento temporaneo ad Anas e una battaglia legale molto importante, con la controllata del Gruppo Atlantia pronta allo scontro per chiedere i 23 miliardi complessivi del contratto.

Il salvataggio della Banca Popolare di Bari

Particolarmente delicato anche il salvataggio della Banca Popolare di Bari, dopo il varo di un decreto prima di Natale con aiuti fino a 900 milioni. Il Fondo interbancario ha già erogato 310 milioni, parte di un aumento di capitale che potrebbe arrivare alla cifra monstre di 1,4 miliardi. L’8 gennaio partono le audizioni in Commissione, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri atteso già il 10. Le sorti del Conte bis passano anche da qui, voto in Emilia-Romagna permettendo.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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