Governo, Def verso il voto al Parlamento: “No all’aumento dell’Iva e rispetto degli impegni Ue”

Gli obiettivi del Documento di Economia e Finanza

ROMA (LaPresse) – Il Def (Documento Economia e Finanza) approda in Parlamento. E martedì avrà l’ok di Camera e Senato dopo uno stop che ne hanno allungato i tempi. L’obiettivo? Bloccare l’aumento dell’Iva e quello dell’accise, oltre a proporre “in tempi rapidi” il nuovo quadro di finanza pubblica. Nel rispetto degli “impegni europei sui saldi 2018-2019”. Ma individuando gli “interventi prioritari” in linea con le indicazioni programmatiche del discorso per la fiducia.

Gli obiettivi del Def.

E’ questo il cuore del Documento di economia e finanza, che comunque resta un testo snello, che impegna il governo appunto “ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia”.

Stop all’aumento dell’Iva.

Già nella relazione approvata in commissione speciale alla Camera, presentata dalla relatrice pentastellata Laura Castelli, si ribadiva la necessità di evitare gli aumenti Iva che scatterebbero dal 2019 se non saranno trovate le risorse – circa 12,4 milioni di euro – per disinnescare le clausole di salvaguardia.

Incremento che di fatto farebbe lievitare l’imposta dal 22 per cento al 24,2 per cento, con rischio serio per i consumi. Un punto che trova tutti d’accordo e che il M5s vorrebbe sfruttare per approvare una risoluzione largamente condivisa. Già in commissione il Pd si era astenuto alla Camera e ha votato a favore a Palazzo Madama. Il dem Mauro Maria Marino, ex presidente della Bilancio, aveva spiegato che non c’era ‘ragione per non votare a favore” di un provvedimento che fotografava l’esistente.

Sulle accise.

Sull’aumento delle accise (i prezzi della benzina in Italia sono arrivati a sfondare i 2 euro al litro) era intervenuto il Codacons chiedendo un intervento urgente da parte del nuovo esecutivo M5S e Lega, che aveva dichiarato nel contratto di governo di voler eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina.

Tutto comunque dipenderà da cosa la maggioranza di governo gialloverde deciderà effettivamente di inserire nella risoluzione che impegnerà l’esecutivo Conte, rispetto a un provvedimento varato da un’altra maggioranza politica. Tra i temi che potenzialmente potrebbero entrarvi c’è infatti anche quello del deficit e nodi politici come infrastrutture e investimenti. Questioni che sono già sulle scrivanie dei ministri competenti, iscritti a un corso accelerato nello studio dei principali dossier.

Di Donatella Di Nitto

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