Governo, scontro Letta-Salvini. Su concorrenza spunta sostegno centrista

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: il segretario della Lega Matteo Salvini

ROMA – Lo scontro si consuma sull’asse Catanzaro-Genova. Enrico Letta e Matteo Salvini sono in campagna elettorale e le tensioni già emerse nei giorni scorsi esplodono ora che gli alleati tornano a confrontarsi da avversari in vista delle Amministrative del 12 giugno. E’ il segretario Pd a muovere accuse precise: “Salvini sta seriamente mettendo a rischio la tenuta del governo ed i soldi europei del Pnrr”, accusa. E aggiunge: “L’opposizione che Salvini sta facendo al governo ha superato il limite. Lo dico con grande chiarezza e franchezza: non credo che così si possa andare avanti a lungo Penso che questa vicenda vada chiarita”, taglia corto.

La stilettata arriva alla vigilia della nuova riunione della commissione Industria del Senato sul ddl Concorrenza. Mario Draghi è stato chiaro con i partiti che sostengono il suo esecutivo: non sono ammessi ulteriori ritardi, non si possono mettere a rischio i soldi del Pnrr. E anche per il Nazareno, adesso, “il segno è passato”.

La replica di Salvini, però, non si fa attendere. “Abbiamo difeso la casa e i risparmi degli italiani, lavoriamo per la pace in Ucraina e per la pace fiscale in Italia. Intanto Letta e il PD passano il tempo proponendo Ius Soli, Ddl Zan e cambio della legge elettorale. Vivono su Marte o vivono in Italia?”, domanda ironicamente. E ancora: “Ma come? Sono qua, il lunedì pomeriggio, c’è la festa del Milan in corso e io sono qua a parlare dei porti, di diga, gronda. E Letta dice che non abbiamo voglia di stare al governo?” Non ha argomenti, poverino. Se c’è qualcuno che rallenta l’operato del governo è lui. Con l’aggravante della guerra a oltranza”, contrattacca da Genova.

Mentre partiti e leader sono alle prese con la campagna elettorale, però, i provvedimenti restano al palo. Il ddl delega sulla concorrenza dovrebbe essere approvato in prima lettura entro il 31 maggio, o almeno così vuole Draghi. Il premier ha già in mano l’autorizzazione dei ministri per mettere la fiducia sul provvedimento se lo stallo non dovesse sbloccarsi e l’intenzione resta quella di portare a casa il pacchetto completo, concessioni balneari comprese. “Non c’è nessuna trattativa Governomaggioranza in corso – assicura chi segue il dossier – la mediazione è già stata fatta e i punti di caduta sono stati trovati”.

Impossibile, viene assicurato, anche mettere sul tavolo degli indennizzi a partire dal valore di mercato di lidi e ombrelloni. “Se credono di prendere tempo sperando che Draghi stralci la norma sulle spiagge non lo conoscono ancora”, è la linea. A questo punto, però, potrebbe essere la componente centrista ‘Italia al centro’ a dare una mano al capo del Governo. La formazione che riunisce Giovanni Toti, Paolo Romani e Gaetano Quagliariello ha raggiunto a palazzo Madama quota 10 senatori e presto verrà costituito il nuovo gruppo parlamentare.

I tre centristi, accompagnati dal capogruppo di CI alla Camera Marco Marin, nel pomeriggio si presentano a palazzo Chigi per annunciare la novità al premier e gli assicurano il loro sostegno. “Noi cerchiamo il punto di equilibrio più avanzato ma nessuno si può sognare di non votare la fiducia al Governo”, mette in chiaro Toti. Quagliariello tramuta il ragionamento in pratica parlamentare: “La fiducia non è in discussione per quello che ci riguarda. Cercheremo di fare di tutto perché non ci si arrivi. In decima commissione in Senato il nostro gruppo conta parecchio, avendo tre componenti che sono i senatori Biasotti Rossi e Mollame”, avverte. Votare il testo in commissione e poi blindarlo in aula con la fiducia, quindi. E poi sbloccare anche la delega sul fisco, prima che la campagna elettorale divampi definitivamente.(LaPresse)

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