I farmaci ‘avvelenano’ i fiumi

lapresse - Mauro Scrobogna
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Farmaci che avvelenano gli ecosistemi alterandone gli equilibri. Nonostante l’evidenza degli effetti deleteri sulla salute ecologica ed umana, poco si sa riguardo la presenza globale di prodotti farmaceutici nei fiumi. Gli studi che ne valutano la presenza sono disponibili per 75 dei 196 paesi al mondo, con la maggior parte delle ricerche condotte solo in alcune aree del globo, ovvero in Nord America e nell’Europa occidentale. Un recente studio coordinato dall’Università di York, e pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, ha campionato le acque dei maggiori corsi d’acqua del pianeta per valutare la contaminazione ambientale dovuta ai medicinali. E’ il quadro che ne emerge è allarmante. Lo studio ha monitorato 1.052 siti di campionamento lungo 258 fiumi in 104 paesi di tutti i continenti, rappresentando così l’impronta farmaceutica di 471,4 milioni di persone. E’ stato dimostrato che la presenza di questi contaminanti nelle acque superficiali rappresenta una minaccia per la salute ambientale e umana in più di un quarto delle località studiate a livello globale.

Danni ambientali e umani

L’esposizione ambientale ai principi attivi farmaceutici può avere effetti negativi sulla salute degli ecosistemi e degli esseri umani. Gli ingredienti farmaceutici attivi (acronimo API) vengono emessi nell’ambiente naturale durante la loro produzione, utilizzo e smaltimento. Ci sono prove che l’esposizione ambientale alle API abbia effetti deleteri sulla salute degli ecosistemi e degli esseri umani, ad esempio, selezionando batteri resistenti agli antibiotici, femminilizzando i pesci e aumentando la suscettibilità dei pesci alla predazione. Questo perché le API sono molecole biologicamente attive, progettate specificamente per interagire con i percorsi biochimici, di cui molti sono conservati negli organismi sia acquatici che terrestri. Sono state sollevate quindi preoccupazioni sulle deleterie implicazioni ecologiche delle API nell’ambiente acquatico.

Colpiti i paesi più poveri

Lo studio rivela che le concentrazioni cumulative più elevate di API sono state osservate nell’Africa subsahariana, nell’Asia meridionale e nel Sud America. I siti più contaminati si trovano quindi in paesi a reddito medio-basso, associate ad aree con scarse infrastrutture per la gestione delle acque reflue e dei rifiuti e produzione farmaceutica. Le API rilevate più frequentemente sono carbamazepina, metformina e caffeina (un composto derivante anche dall’uso dello stile di vita), che sono state rilevate in oltre la metà dei siti monitorati. Le concentrazioni di almeno un API nel 25,7% dei siti di campionamento sono maggiori delle concentrazioni considerate sicure per gli organismi acquatici o che destano preoccupazione in termini di selezione della resistenza antimicrobica.

I film più inquinati

Lo studio ha incluso siti di campionamento con un’ampia serie di influenze antropogeniche, che vanno da un villaggio Yanomani (un popolo indigeno della regione amazzonica) in Venezuela, dove non vengono utilizzate medicine moderne, ad alcune delle città più popolate del pianeta (come Nuova Delhi, Seul, New York, Kinshasa e Londra). Nello studio sono state incluse anche aree di instabilità politica (come Baghdad in Iraq, Nablus nella Cisgiordania palestinese e Yaoundé in Camerun). Nell’Unione europea sono stati monitorati in totale 67 bacini idrografici. Ad eccezione delle campagne in Islanda e nel villaggio di Yanomami in Venezuela, è stata rilevata almeno un’API in tutte le rilevazioni. La concentrazione cumulativa media più alta è stata osservata a Lahore, in Pakistan, seguono La Paz, in Bolivia e Addis Abeba, in Etiopia. I campioni europei più inquinati provenivano da una campagna a Madrid, in Spagna. Delle quattro API rilevate in tutti i continenti, tutte sono state considerate composti legati allo stile di vita o API da banco: caffeina, nicotina, paracetamolo (analgesico) e cotinina. Sono state determinate associazioni statistiche tra l’inquinamento delle API e specifiche variabili socioeconomiche alla base delle economie nazionali: la popolazione è il fattore più significativo, poi troviamo età media, disoccupazione locale e tassi di povertà.

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