Il boss Fragnoli torna a Mondragone: c’è il rischio che il clan rialzi la testa

Il boss Giacomo Fragnoli, figlio del capoclan Giuseppe, dopo 12 anni trascorsi in prigione ha rimesso piede sul Litorale da uomo bliero

Giacomo Fragnoli e Augusto La Torre

MONDRAGONE – L’ultimo boss dell’asse Fragnoli-Gagliardi-Pagliuca, nato dalle ceneri del gruppo La Torre, è tornato in libertà. Da circa 48 ore Giacomo Fragnoli, figlio del capoclan Giuseppe, è nuovamente a Mondragone: ha lasciato il carcere di massima sicurezza di L’Aquila, dove ha completato di scontare (al 41 bis) la pena che aveva incassato per associazione mafiosa ed estorsione (dodici gli anni che ha trascorso dietro le sbarre).

Il ritorno di Giacomo Fragnoli sul Litorale ha inevitabilmente messo in allerta gli investigatori e la Procura distrettuale antimafia. C’è la preoccupazione che la sua figura mafiosa possa attrarre i numerosi giovani ora coinvolti nel business della droga. Il timore è che, se non decidesse di cambiare rotta e abbandonare le logiche mafiose che hanno caratterizzato finora la sua vita e quella della maggior parte dei propri cari, Fragnoli, nei prossimi anni, possa farsi promotore di una riorganizzazione della criminalità del Litorale. Ciò non solo potrebbe dare un nuovo impulso al traffico di narcotici, già molto fluido a Mondragone e dintorni, ma determinerebbe anche una ripresa decisa degli episodi estorsivi (e probabilmente la struttura malavitosa inizierebbe a guardare incuriosita pure agli appalti pubblici). Per evitare questo scenario, chi è incaricato di contrastare il criminale avrà sicuramente preso già opportune contromisure.

In attesa di capire come si comporterà da uomo libero (al netto di eventuali misure di prevenzione che gli potranno essere applicate nei prossimi giorni), a dimostrare che Giacomo Fragnoli abbia continuato a seguire con interesse le dinamiche criminali mondragonese c’è una dichiarazione resa da Donato Pagliuca, collaboratore di giustizia, alla Dda. Al magistrato Alessandro D’Alessio (ora procuratore di Castrovillari) raccontò di una lettera inviatagli proprio dal boss Fragnoli, preoccupato per il riemergere sulla scena criminale dei La Torre, in particolare di Francesco Tiberio, figlio del capoclan dei ‘Chiuovi’, Augusto. Nella missiva, Fragnoli chiedeva di allontanare immediatamente Tiberio e la madre di Augusto, Paolina Gravano, da Mondragone. Pagliuca aggiunse che Fragnoli, una volta portato nel carcere di Badu ‘e Carros, mandò alcune cartoline con linguaggio cifrato per chiedere notizie sulla situazione. Il collaboratore di giustizia rivelò anche l’intenzione “drastica” di Fragnoli: eliminare definitivamente il problema ‘Chiuovi’. “Nel corso dei nostri incontri in carcere posso solo aggiungere di aver appreso che era sua intenzione uccidere Augusto La Torre”, disse Pagliuca al pm D’Alessio, impegnato nel 2018 a documentare i nuovi affari criminali dei La Torre.

Quello tracciato è il quadro delle preoccupazioni determinate dalla scarcerazione di Fragnoli. La speranza, invece, è che il boss, seguito dall’avvocato Luca Pagliaro, cambi vita, che non si rituffi nel mondo dell’illegalità, come hanno fato invece molti suoi colleghi residenti nell’Agro aversano (dopo aver scontato tanti anni in cella, tornati liberi si sono subito ri-dedicati ad affari illeciti).

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