Il petrolio scatta fino a 66 dollari a barile dopo stop export Libia

Lo scorso venerdì, alla vigilia della conferenza di Berlino, Haftar fa scattare il blocco della produzione e delle esportazioni di petrolio libico

MILANO – Il petrolio scatta fino a 66 dollari a barile dopo stop export Libia. Il petrolio torna a essere protagonista degli scambi internazionali, dopo la mossa del generale libico Khalifa Haftar. Lo scorso venerdì, alla vigilia della conferenza di Berlino, Haftar fa scattare il blocco della produzione e delle esportazioni di petrolio libico. Una mossa che si traduce in un blocco di 800.000 barili al giorno di greggio.

Inevitabile il rally del cosiddetto ‘oro nero’ con i prezzi del Brent che salgono fino a toccare quasi i 66 dollari a barile (65,94 dollari), per poi ripiegare a quota 65,13 dollari. Il Wti scambiato a New York sale invece dell’1,06%, a 59,16 dollari al barile per poi assestarsi sui 58,61 dollari a barile.

L’Esercito Nazionale Libico (Lna) fedele ad Haftar, le cui forze controllano la parte orientale e gran parte del sud della Libia, ha sequestrato lo scorso venerdì diversi terminali dei porti da cui partono le esportazioni come atto di sfida nei confronti del governo di Tripoli, le cui sono entrate sono finanziate dal ricavato delle vendite di petrolio.

La società National Oil Company (Noc) – compagnia petrolifera unica della Libia – ha riferito che il blocco porterà la produzione giornaliera di petrolio libico a scivolare da 1,3 milioni a 500.000 barili, provocando perdite di 55 milioni di dollari al giorno. La società ha condannato l’atto di Haftar, ricordando che il petrolio rappresenta “il sangue dell’economia libica” e che è l’unica fonte capace di finanziare le casse dello stato.

I rialzi del greggio si fanno sentire sui listini internazionali. Honk Kong chiude in calo dello 0,7%, mentre tra i principali listini europei avanza solo Francoforte. Nel giorno in cui Wall Street è chiusa per il Martin Luther King Day, l’indice Dax termina in rialzo dello 0,17% a 13.548,94 punti, mentre a Madrid l’Ibex scivola dello 0,23% a 9.658,8 punti, a Londra il Ftse100 segna un calo dello 0,3% a 7.651,44 punti e a Parigi il Cac40 arretra dello 0,36% a 6.078,54 punti. Tra i listini europei, Milano è la peggiore: il Ftse Mib cede lo 0,57% a 24.002,45 punti.

(Francesca Conti – AWE/LaPresse)

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