Inter, Lukaku: “Al razzismo bisogna rispondere, l’Italia mi piace”

"Il razzismo? In questo momento non sono concentrato su quello che succede attorno a me quando sono sul campo da calcio. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò"

Romelu Lukaku (Foto Marco Alpozzi/LaPresse)

MILANO – Inter, Lukaku: “Al razzismo bisogna rispondere, l’Italia mi piace”. “Il razzismo? In questo momento non sono concentrato su quello che succede attorno a me quando sono sul campo da calcio. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri rimangono sul campo, per aiutare i miei compagni a vincere”. Così Romelu Lukaku, attaccante dell’Inter, nel corso di una lunga intervista a Rolling Stone, torna sugli episodi di razzismo nel calcio.

Alla domanda se un giocatore debba lasciare il campo in caso di razzismo durante una partita, il centravanti belga replica: “No, ma penso che debba prendere posizione, quello sì. Perché il razzismo è qualcosa a cui bisogna rispondere. Guarda l’Inghilterra, dove nelle ultime settimane sono successe diverse cose a giocatori del Manchester United e del Chelsea: la questione va affrontata. Il calcio è qualcosa di internazionale, multiculturale. E se vuoi davvero attirare i migliori giocatori del mondo, devi accoglierli a braccia aperte, perché a loro volta gli atleti devono adattarsi alla cultura in cui arrivano. Quindi è fondamentale non discriminare, e apprezzare quello che uno porta con la sua presenza”.

Sulla decisione di lasciare il Manchester e venire all’Inter, Lukaku dichiara: “L’Inter era il club per cui volevo giocare qui in Italia, il coach è stato un altro elemento importante nella mia scelta, oltre al fatto che sapevo che la squadra aveva degli ottimi giocatori. Ma anche da un punto di vista familiare è stata una buona scelta, perché mio fratello è già qui in Italia (gioca nella Lazio, ndt)”. Sull’esultanza dopo il primo gol con il Lecce, il bomber nerazzurro conclude: “Sin da quando ho firmato per l’Inter, e pure prima, c’era davvero tanta gente eccitata dall’idea del mio arrivo. Quindi con quel gesto volevo semplicemente ringraziarli per il supporto che mi hanno dato da quando sono arrivato”.

(LaPresse)

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