Intestazione fittizia, condannato imprenditore di Casal di Principe. Per alti 19 imputati prescrizioni e assoluzioni

Rinviati al pubblico ministero gli atti riguardanti Di Rauso. Il processo innescato dall’indagine ‘costola’ del Principe e la scheda ballerina

Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

CASAL DI PRINCIPE – Società, conti bancari e immobili: sono le tematiche dell’indagine (costola della più nota conosciuta come ‘Il principe e la scheda ballerina’) che ha portato a processo, dinanzi al Tribunale di S. Maria Capua Vetere (nella foto), 20 imputati. E per loro ieri si è concluso il primo grado. Risultato? Un solo condannato: si tratta del 60enne Nicola Corvino. L’imprenditore ha incassato 5 anni di reclusione per un singolo episodio di intestazione fittizia riguardante la società Fratelli Corvino. Per tutte le altre condotte, grazie all’esclusione dell’aggravante mafiosa, l’imputato ha beneficiato di prescrizioni o è stato assolto. Il processo non ha avuto conseguenze (tra assoluzioni e prescrizioni) neppure per Antonio Corvino, Assunta Leizia, Mirella Cirillo, Vincenza Cirillo, Clementina Massaro, Giuseppe Di Rauso, Beatrice De Simone, Teresa Corvino, Luca Palladino, Antonio Palladino, Aniello e Antonio D’Amico. Gaetano Iorio, Michele Di Rauso, Giuseppe Di Rauso, Nicola Palladino, Luigi Corvino, Anna Maria Cantelli, Aniello Palladino e Giuseppina De Crescenzo.
Per Michele Di Rauso, il Tribunale ha ordinato la trasmissione degli atti al pubblico ministero “per i fatti commessi successivamente al 2005, al fine di valutare la competenza in merito all’accusa di associazione mafiosa” (per quelli prima del 2005 è scattata la prescrizione). Nicola Corvino è già stato condannato in relazione al processo madre, quello cioè derivato direttamente dall’attività investigativa “Il Principe”, che ha cercato di far luce sulle influenze del clan dei Casalesi sulle elezioni degli inizi anni Duemila a Casal di Principe e sulla costruzione di un centro commerciale finanziato dai capitali della famiglia mafiosa Russo (struttura mai nata). È possibile che la difesa di Corvino, nei prossimi gradi di giudizio, sollevi l’eccezione del ne bis in idem, sostenendo, quindi, che per gli stessi fatti il suo cliente era già stato giudicato.
Tra gli avvocati impegnati nella difesa figurano Guglielmo Ventrone, Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Mauro Iodice, Gianluca Corvino, Francesco Picca e Carlo De Stavola. Ad emettere il verdetto il collegio presieduto dal giudice Luciana Crisci.

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