La preparazione militare in Polonia, la venerazione di Hitler e l’antisemitismo: il profilo di Ammendola

La Digos: è il leader carismatico dell’Ordine di Hagal, il movimento intorno al quale si è formata la rete di estremisti

CASERTA – Un’associazione para-culturale, messa in piedi con l’obiettivo di “fare gruppo” per riuscire a sovvertire o destabilizzare le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali dell’Italia: è così che il giudice Federica De Bellis del Tribunale di Napoli ha descritto ‘L’ordine di Hagal’, il movimento (con sede a San Nicola La Strada e a Marigliano), diretto dal maddalonese Maurizio Ammendola, ritenuto l’anima della presunta cellula neonazista, attiva in Campania, smantellata ieri dagli agenti della Digos. L’odio verso le minoranze, l’ultranazionalismo, il razzismo, la xenofobia, l’omofobia, l’antisemitismo, l’anticomunismo, l’anticapitalismo, l’antifemminismo, la negazione dell’olocausto, l’apologia per Adolf Hitler e la creazione di un Quarto Reich: sono i temi centrali della compagine analizzata nell’ordinanza firmata dal gip De Bellis che ha fatto scattare cinque arresti. Tra chi è finito in cella c’è pure Ammendola, considerato dagli investigatori il leader carismatico “con il compito di definire obbiettivi e strategie de ‘L’ordine di Hagal’”. Si è ‘formato’ in Polonia: si è diplomato presso l’Esa (European security academy) i cui programmi di addestramento, ha ricordato il giudice, “ricalcano quelli previsti per le forze speciali militari (dalla guida operativa al tiro tattico o dinamico mediante l’impiego di armi sia corte che lunghe, nonché tecniche di autodifesa”. Ed è in questo contesto polacco che avrebbe stretto amicizia con Gianpiero Testa, esperto in materia di armi. E di armi, dicono gli agenti della Digos, è un appassionato anche il maddalonese. A fare emergere questa tensione verso pistole e fucili, ha evidenziato il gip, sono stati i risultati delle intercettazioni e la perquisizione domiciliare, eseguita l’11 maggio 2021, che ha portato al rinvenimento di proiettili e di una semiautomatica nelle sue disponibilità. Dopo quel controllo, Ammendola tentò, rilasciando interviste a quotidiani locali, di tracciare una propria immagine distante dal mondo estremista, dichiarando di non aver mai partecipato a campi di addestramento all’uso delle armi né in Polonia né altrove. L’attività investigativa a cui è stato sottoposto, invece, ha fatto emergere un suo profilo per nulla moderato. In occasione del compleanno di Hitler, ad esempio, gli agenti della Digos hanno trovato una foto che lo ritraeva, a cena con Testa e altre persone, fare il saluto fascista.
Molteplici, inoltre, le frasi antisemite captate dai poliziotti, come quella pronunciata mentre commentava (era il 12 dicembre 2020) con Michele Rinaldi (anch’egli arrestato su disposizione del giudice De Bellis) la convocazione presso la stazione dei carabinieri di Maddaloni: “Gli ebrei non firmano ed io devo firmare?”. La chiacchierata tra i due toccò anche un altro tema: l’emergenza sanitaria da Coronavirus (in quel periodo alla sua ‘seconda ondata’): “Dopo aver fatto la vaccinazione contro il Covid, non mi meraviglierei se le donne bianche – riferì a Rinaldi – risultassero sterili con gli uomini bianchi, ma non con quelli di un’altra razza”.
Meno teorico e più d’azione, invece, è il profilo che gli investigatori hanno tracciato di Testa. Stando a quanto accertato dalla Digos, è entrato in confidenza con alcuni degli istruttori del corso in Polonia che aveva seguito, ovvero sottufficiali della Marina Militare con esperienza nei reparti speciali, ed anche appartenenti a gruppi ultranazionalisti e neonazisti ucraini.

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