Lavoro, Inail: nei primi 7 mesi gli infortuni salgono a 441mila, calano quelli mortali

Inail

MILANO – Nei primi 7 mesi dell’anno aumentano le denunce di infortunio sul lavoro e calano quelle di incidenti mortali rispetto allo stesso periodo del 2021.

E’ l’Inail a registrare che le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e luglio sono state 441.451, in crescita del 41,1%, 569 delle quali con esito mortale (-16,0%). Crescono le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 36.163 (+6,8%). L’ aumento delle denunce di infortunio, dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni tradizionali, un calo di quelle mortali per la forte minor incidenza delle morti da contagio.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di luglio sono state 441.451, in aumento del 41,1% rispetto alle 312.762 dei primi sette mesi del 2021 (+52,8% rispetto alle 288.873 del periodo gennaio-luglio 2020 e +16,6% rispetto alle 378.671 del periodo gennaio-luglio 2019). Salgono i casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 273.282 dei primi sette mesi del 2021 ai 392.516 del 2022 (+43,6%), sia quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 23,9%, da 39.480 a 48.935.

Nello scorso mese di luglio il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +38,8% nella gestione Industria e servizi (dai 265.499 casi del 2021 ai 368.545 del 2022), un -4,2% in Agricoltura (da 15.450 a 14.798) e un +82,7% nel Conto Stato (da 31.813 a 58.108). Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare nella Sanità e assistenza sociale (+143,4%), nel Trasporto e magazzinaggio (+137,1%) e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+85,2%).

L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+58,1%), seguito da Isole (+54,3%), Nord-Ovest (+48,6%), Centro (+44,0%) e Nord-Est (+23,6%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+105,5%), la Liguria (+69,6%) e il Lazio (+66,6%).

L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2022 e il 2021 è legato sia alla componente femminile, che registra un +67,1% (da 112.829 a 188.509 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +26,5% (da 199.933 a 252.942). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+44,1%), sia quelli extracomunitari (+28,8%) e comunitari (+23,6%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni.

Pronte le reazioni sindacali sull’onda di una contabilità degli infortuni che si aggiorna purtoppo anche nelle ultime ore. “E’ di poche ore fa la notizia del grave infortunio occorso ad un operaio caduto per oltre dieci metri in un cantiere della provincia di Bergamo, mentre stava lavorando al posizionamento di una rete. Ennesimo infortunio sul lavoro che si aggiunge alle migliaia registrate in Lombardia da inizio anno: i dati resi noti oggi dall’Inail evidenziano 84.108 denunce di infortunio presentate al 31 luglio, in au- mento del 44.74% rispetto i primi sette mesi del 2021, delle quali 90 con esito mortale e 1.956 malattie professionali denunciate”, dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria confederale UIL Milano e Lombardia.

“Il contrasto agli infortuni e alle morti sul lavoro – conclude Dacquino – necessita di azioni concrete, non parole. Se non si interviene con urgenza, gli infortuni saranno destinati ad aumentare”. Per Massimo Balzarini, segretario Cgil Lombardia si conferma “un dato infortunistico mortale inaccettabile”.

LaPresse

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