Lavoro, Nannicini (Pd): cosa intende fare Di Maio con il jobs act?

"Se davvero vuole licenziare il Jobs act, il ministro Luigi Di Maio deve fare almeno quattro cose. E' intenzione del governo farle?".

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
Roma, 11 lug. (LaPresse) – “Se davvero vuole licenziare il Jobs act, il ministro Luigi Di Maio deve fare almeno quattro cose. E’ intenzione del governo farle?”. Lo dice il senatore del Pd Tommaso Nannicini, che è intervenuto oggi nel corso dell’audizione del ministro Luigi Di Maio nelle commissioni Lavoro e Attività produttive.

spiega Nannicini

“Primo il governo dovrebbe riscrivere da cima a fondo il decreto 22/2015, che ha investito più di 2 miliardi sull?allargamento degli ammortizzatori sociali. Creando un sussidio di disoccupazione che dura 24 mesi (rispetto ai 12 precedenti) per un milione e mezzo di persone (150 mila in più di prima) e che garantisce un reddito più alto. E istituendo fondi di solidarietà per dare integrazioni salariali a 1 milione e 400 mila persone prima escluse dalla cassa integrazione perché in piccole imprese o settori non coperti. Il governo cancellerà questi interventi per tornare a un sistema di ammortizzatori che premiava solo i soliti noti? Secondo: il governo dovrebbe cancellare per intero il decreto 23/2015, abolendo il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e reintroducendo l’articolo 18. È loro intenzione farlo, a fronte del mezzo milione di occupati stabili in più registrati negli ultimi anni? La priorità è un’altra: un taglio strutturale del cuneo contributivo sul tempo indeterminato. Il lavoro stabile vale di più, deve costare meno. Terzo: l’Esecutivo dovrebbe cancellare la parte del decreto 81/2015 che ha sancito una stretta sulle finte collaborazioni e sulle finte partite Iva. Se cancellano quella norma, l?unica speranza per i finti lavoratori autonomi (rider inclusi) si ridurrà a qualche foto su Instagram col ministro. Non sarebbe meglio invece rafforzarla per coloro il cui lavoro viene organizzato da piattaforme digitali, per dar loro maggior peso contrattuale al tavolo della trattativa? Quarto: dovreste stravolgere il decreto 150/2015, quello sulle politiche attive. Che fine faranno l’Anpal (l’agenzia nazionale) e l?assegno di ricollocazione? Il ministro si è guardato bene dal rispondere a queste domande”.

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