Migranti, appello associazioni per protezione umanitaria: È diritto di tutti

"La protezione umanitaria viene anche accordata a un numero crescente di persone che hanno subito violenze e torture in Libia e per questo si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità fisica e mentale.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Milano, 11 lug. (LaPresse) – “La protezione umanitaria viene anche accordata a un numero crescente di persone che hanno subito violenze e torture in Libia e per questo si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità fisica e mentale. Nonostante le sorprendenti dichiarazioni di alcuni giorni fa a opera dello stesso Ministro dell’Interno, la situazione in Libia resta gravissima ed è confermata da Unhcr, che sta infatti portando avanti con difficoltà un piano di evacuazione di rifugiati vulnerabili detenuti in Libia da un tempo indefinito, in condizioni deplorevoli, vittime di sistematiche violazioni dei diritti umani. La tutela umanitaria è inoltre primariamente un’acquisizione di civiltà che riafferma principi universali a tutela della vita e della dignità delle persone”. È quanto si legge in una lettera-appello indirizzata a Prefetti, Questori e a diverse altre autorità italiane dalle associazioni del ‘Tavolo Asilo’ (A Buon Diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International, ARCI, Asgi, Casa dei Diritti Sociali, Caritas Italiana, Centro Astalli, CNCA, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Médecins du Monde Missione Italia,Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia e Senza Confine), per esprimere “preoccupazione in merito ai contenuti della Circolare del Ministero dell’Interno del 4/7/2018, avente oggetto: ‘Il riconoscimento della protezione internazionale e la tutela umanitaria’”. Per gli autori della lettera è “semplicistico, soprattutto e non rende giustizia al lavoro fin qui condotto dalle Commissioni e Sezioni Territoriali, affermare sbrigativamente che il permesso di soggiorno per motivi umanitari sia stato concesso a persone che non avessero diritto di rimanere nel nostro Paese”.

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“La natura stessa della protezione umanitaria non si presta ad essere racchiusa in situazioni oggettivamente predeterminate, bensì ad essere lasciata aperta a singole applicazioni, per l’impossibilità (e l’inopportunità) di prevedere tutte le ipotesi nelle quali possano sorgere quelle ragioni umanitarie che impongono la deroga alle ordinarie regole in materia di ingresso e soggiorno”, scrivono le associazioni. “La protezione umanitaria ha consentito di affermare in maniera chiara che vi sono diritti che l’Italia riconosce a tutte le persone, indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dal credo politico. Diritti che valgono sempre e comunque e che trovano la loro fonte nella Costituzione italiana e nelle norme internazionali, che tutelano i diritti inderogabili e le libertà fondamentali delle persone”, si legge ancora. “Il nostro paese può dunque rivendicare con orgoglio l’aver introdotto e disciplinato nel proprio ordinamento questa forma di protezione, che ha consentito, negli anni, di creare condizioni di vita dignitose alle persone che, da regolari, hanno potuto curarsi, avere un regolare contratto di lavoro e ricostituire il proprio nucleo familiare, scongiurando il pericolo che, rimanendo irregolari, finissero per alimentare i già floridi circuiti di criminalità e sfruttamento, questi si causa di problemi di ordine pubblico”, continuano i membri del ‘Tavolo asilo’ nel loro appello. “Non si può infine ignorare – concludono – che il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, bel lungi dal creare insicurezza e mancata integrazione, contribuisce in misura sostanziale a rendere possibili percorsi di legalità e di inclusione, unica vera garanzia per la sicurezza delle comunità”.

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