L’Unione Europea, stanzia, 1,5 miliardi in bilancio 2022 per aiuti umanitari globali

Per aiutare le persone in tutto il mondo più colpite da crisi umanitarie, la Commissione europea ha adottato il suo bilancio umanitario annuale iniziale di 1,5 miliardi di euro per il 2022

(AP Photo/Virginia Mayo)

BRUXELLES – Per aiutare le persone in tutto il mondo più colpite da crisi umanitarie, la Commissione europea ha adottato il suo bilancio umanitario annuale iniziale di 1,5 miliardi di euro per il 2022.

Gli aiuti umanitari dell’Ue nel 2022 – scrive la Commissione in una nota – saranno distribuiti come segue: 469 milioni di euro saranno assegnati all’Africa subsahariana; 351 milioni di euro di aiuti umanitari dell’Ue saranno destinati ai bisogni in Medio Oriente e Nord Africa; 152 milioni di euro finanzieranno progetti nell’Europa sudorientale e nel vicinato europeo; 188 milioni di euro continueranno ad aiutare le popolazioni più vulnerabili in Asia e America Latina. I restanti 370 milioni di euro saranno utilizzati per far fronte a crisi impreviste o improvvise esacerbazioni di crisi esistenti, nonché per finanziare altre azioni. Le crisi umanitarie continuano ad aumentare in tutto il mondo. Mentre i conflitti e la violenza sono alla radice dei principali bisogni umanitari – spiega la Commissione – la situazione è sempre più aggravata da disastri naturali, come siccità o inondazioni, alimentati dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale.

 Il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, ha dichiarato a questo proposito: “I bisogni umanitari sono ai massimi livelli e continuare a crescere. Ciò è dovuto principalmente ai conflitti, ma sempre più a sfide globali come il cambiamento climatico e il Covid-19. Il nostro aiuto umanitario consentirà all’Ue di fare la sua parte e continuare a salvare vite umane e soddisfare i bisogni primari delle popolazioni colpite. Il budget non solo consente di affrontare crisi nuove e molto visibili, ma anche di non relegare in secondo piano le crisi umanitarie esistenti, prolungate o ricorrenti, come quelle che colpiscono la Colombia o il Sud Sudan o la popolazione Rohingya”.

(LaPresse)

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