M5S, rivolta contro Conte e Fico

Resa dei conti su statuto e doppio mandato, Grillo rischia di essere tagliato fuori. Arrivano gli insulti per le nomine dei fedelissimi. Spaccatura tra i parlamentari, Presutto e Castellone attaccano il presidente della Camera

Foto Alessandro Di Meo/POOL Ansa/ LaPresse Nella foto Roberto Fico

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – La prossima settimana sarà decisiva per il nuovo Movimento 5 Stelle per due ragioni. La prima è legata al nuovo statuto-regolamento a cui Giuseppe Conte lavora ormai da mesi e la seconda è la resa dei conti tra senatori e il presidente della Camera Roberto Fico dopo le polemiche nate attorno al comitato elettorale in sostegno del candidato giallorosso a sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Per la nuova organizzazione del M5S si è mobilitato anche Beppe Grillo che nei prossimi giorni sarà a Roma proprio per valutare se promuovere il nuovo statuto e sottoporlo al voto degli iscritti o bocciarlo. Stando a voci di palazzo, le nuove regole fissate da Conte sembrano puntare a uno stravolgimento di quella che fino ad ora è stata l’organizzazione del Movimento.

Non solo la costituzione di una segreteria nazionale utile ad accontentare la smania di protagonismo di alcuni, ma anche il depotenziamento della figura del garante. Che Grillo si lasci ‘depotenziare’ da Giuseppi è abbastanza improbabile, ma se alla ‘congiura’, come qualcuno la definisce, partecipassero anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e Fico le probabilità di vedere il comico genovese in un angolo (indebolito anche dalla vicenda giudiziaria legata al figlio) aumenterebbero. Del resto, gli schemi sono saltati, tant’è che nessuno fino a qualche mese fa credeva possibile la rottura con Davide Casaleggio, che invece si è consumata. Conte dovrebbe essere il braccio armato dei due ‘onorevoli’ che pur di restare in Parlamento, oltre che in politica sarebbero disposti a tutto.

Il primo strappo tra il fu avvocato del popolo, il ‘gatto e la volpe campani’ e Grillo, non a caso si è consumato sulla deroga alla regola del doppio mandato per parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali. La deroga, promossa da Conte, per tenersi buoni i senatori e deputati che da quasi dieci anni siedono in Parlamento tra cui Di Maio e Fico, Vincenzo Spadafora, Vito Crimi, Luigi Gallo, Sergio Puglia, e Salvatore Micillo (per restare tra gli eletti in Campania), è stata già bocciata dal garante. Tra pochi giorni sarà chiaro se ‘Giuseppi’ sarà stato abbastanza bravo da convincere Grillo sulla bontà del suo progetto o meno. Fatto è che senza l’approvazione definitiva degli iscritti, tutto resta incerto, perfino la leadership di Conte.

Intanto guardando ai confini regionali è chiaro che Fico a Napoli non gode più della stima né dell’appoggio dei consiglieri comunali, di parte degli attivisti e da qualche ora neanche dei senatori. Tant’è che in una chat infuocata Vincenzo Presutto e Mariolina Castellone hanno apertamente attaccato il presidente: “Sei un bugiardo” ha scritto il primo e “La terza carica dello Stato dovrebbe essere leale” la seconda. Tutto è nato dal mancato inserimento di un senatore all’interno della commissione elettorale grillina per le Amministrative.

Conte, ha scelto come componenti i sodali di Fico, sconosciuti ai più come Gilda Sportiello, Alessandro Amitrano e Santillo e la dimaiana capogruppo in consiglio regionale Valeria Ciarambino, unica ad essersi distinta soprattutto nella prima legislatura consiliare per le battaglie grilline. L’assenza di un senatore ha inviperito chi siede a palazzo Madama, non solo campani e napoletani come Presutto che, tra l’altro ha anche preso parte alle trattative con il Pd. Che l’esclusione sia dovuta al fatto che Presutto è il marito del consigliere comunale uscente Marta Matano in aperto dissenso con Fico&co. sull’alleanza giallorossa? Qualcuno sostiene di sì. La questione verrà chiarita martedì a Roma durante l’incontro richiesto dalla Castellone e da tutti i senatori a Fico che si è guadagnato l’appellativo di bugiardo proprio per aver sostenuto di essere stato lui a convocarlo.

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