Manovra, la maggioranza trema per il voto alla Camera. Novità su casa e digital tax

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Via libera del Parlamento alla cornice entro cui verrà scritta la manovra, con novità su casa, tasse e sanità. Alla Camera, però, la maggioranza trema. Sulla carta ha i numeri per un via libera senza pensieri. Ma, al momento del voto, ci sono solo tre voti che permettono di superare la maggioranza assoluta necessaria per approvare lo scostamento di bilancio previsto dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Il documento, che era già stato approvato dal Senato, disegna il perimetro per la prossima legge di Bilancio.

A Montecitorio la maggioranza giallo-rossa raccoglie 319 mentre la soglia per la maggioranza assoluta è 316. Dai tabulati della Camera spuntano diversi “assenti ingiustificati”: 15 tra le fila pentastellate, 5 in quelle del Pd, uno di LeU e uno di Italia Viva. Su questi deputati si concentrano i malumori della maggioranza rosso-gialla, che “sarebbe andata a casa se gli assenti fossero stati 4 in più”, attacca il forzista Simone Baldelli.

Diversi i parlamentari in missione, quindi assenti giustificati. Erano presenti, invece, tutti e tre i deputati del Maie, ‘quinta gamba’ della maggioranza dopo Pd, M5S, LeU e Italia Viva. Quando si rendono conto del rischio, i cinque partiti di maggioranza chiamano a raccolta tutti i deputati disponibili. Il ministro Dario Franceschini si precipita alla Camera dal vicino dicastero della Cultura. Luigi Di Maio, impegnato alla Farnesina per un summit latino-americano, non può fare altrettanto.

Erano presenti, invece, tutti e tre i deputati del Maie, ‘quinta gamba’ della maggioranza dopo Pd, M5S, LeU e Italia Viva. Quando si rendono conto del rischio, i cinque partiti di maggioranza chiamano a raccolta tutti i deputati disponibili. Nonostante i brividi, la Nota è ora nei registri parlamentari, aprendo ufficialmente il cantiere del prossimo Bilancio, dove è appena entrato il Dl Clima, approvato in Consiglio dei ministri. Ora i lavori fervono sul decreto fiscale, anch’esso collegato alla manovra. Il testo, che dovrebbe essere discusso lunedì in Cdm, sarà essenziale per far entrare nelle casse dello Stato quei 7 miliardi che il Governo stima arriveranno dalla lotta all’evasione.

La viceministra pentastellata all’Economia Laura Castelli, intervenendo a Montecitorio, sottolinea che su questo tema “il Governo fa sul serio, lo vedrete”. Lo stesso concetto viene ripetuto a Lussemburgo dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Siamo tra i Paesi di punta tra quelli che vogliono andare avanti nel rafforzamento dei principi dell’equità”.

Al commissario uscente Pierre Moscovici, che presto verrà sostituito dall’italiano Paolo Gentiloni, Gualtieri ha illustrato “i contenuti e la logica che ci hanno portato a individuare il 2,2% come punto di equilibrio per mantenere il debito in traiettoria discendente e di non fare una manovra restrittiva”, spiega il ministro, dicendosi sicuro che “la nostra filosofia sia stata ben compresa” a Bruxelles.

Gualtieri annuncia, per gennaio, l’arrivo della digital tax, già prevista dalla legge di Bilancio del 2018 ma congelata nell’attesa di un decreto attuativo mai entrato in vigore. Parte delle coperture, quindi, dovrebbe arrivare anche per il nuovo tributo chiesto ai giganti del web. Altre novità legate alla manovra toccano il comparto edilizio, con la probabile proroga di ecobonus, sismabonus e cedolare secca.

Al Piano Casa ha lavorato la ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, che parla di una prossima “rinascita urbana” con lo stanziamento di un miliardo per migliorare la qualità dell’abitare, rigenerare gli edifici, sostenere famiglie in affitto e cantieri nei piccoli comuni. Viene annunciato anche un accordo preliminare con gli enti locali, spesso vengono penalizzati dalla legge di Bilancio. Antonio Misiani, viceministro all’Economia del Pd, spiega che è confemato l’aumento di 2 miliardi al Fondo sanitario nazionale nel 2020, cioè “il maggiore incremento per la sanità dal 2014”. (LaPresse)

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