Miano, ‘stesa’ contro una barberia. L’ombra del clan ‘fantasma’

Cinque pallottole esplose contro il negozio ‘Xxl Uomo Exclusive’. Il raid di piombo alle 18 in via Janfolla, ex regno dei Lo Russo. Si batte la pista del racket

NAPOLI – Cinque pallottole contro un negozio, alle 18, in una strada che pulsa vita da ogni angolo, sono troppe per non raccontare una storia a tinte fosche e per non tracciare i contorni di una emergenza criminalità che va rinnovandosi di giorno in giorno. Malavita e dintorni tornano a parlare a Miano e lo fanno ancora una volta usando un messaggio di piombo, fin troppo chiaro, che lancia un segnale palese all’intero quartiere: qualcuno sta provando a mettere le mani sulla zona ormai senza ‘padroni’. Lunedì pomeriggio un commando di fuoco ha preso di mira ‘Xxl Uomo Exclusive’, barberia che si trova in via Janfolla, al civico 443, tra le prime saracinesche che si incontrano imboccando la strada dalla rotatoria di via Miano, andando verso la parte ‘alta’ del quartiere. “‘Ngopp Miano”, per dirla con le persone del posto e con lo slang usato anche dai soldati di camorra. Sull’asfalto gli agenti della Scientifica hanno repertato cinque bossoli calibro Gfl 380 auto, quanti sono i fori rinvenuti nella vetrina dell’esercizio commerciale.

Dai controlli è emerso che il proprietario del salone è una persona nota alle forze dell’ordine, Angelo Pennino, classe 1971, del posto. Il fatto che il suo profilo sia presente nei database delle forze dell’ordine, però, non avrebbe alcun legame con l’episodio, almeno stando ai primi riscontri investigativi. Per intenderci, malgrado pure le inevitabili (quasi fisiologiche) conoscenze di quartiere con esponenti di cosche del rione, Pennino non sarebbe inserito in schemi criminali. E nemmeno la sua parentela con i Tipaldi, famiglia che annovera nel ras Gaetano ‘Nanà’, ‘colonnello’ della vecchia guardia dei Lo Russo, un personaggio storico della mala di Miano, sarebbe indicativa di affiliazioni. Dietro la ‘stesa’ ci sarebbe altro. ‘Radio marciapiede’ ne è certa: è il racket di Ferragosto. L’uomo della strada ha già emesso la sua sentenza. Una pista, tra l’altro, che gli investigatori percorrono con maggiore decisione.

E su Miano si allunga sempre più l’ombra del clan ‘fantasma’, la nuova compagine criminale che punterebbe a riempire il vuoto di potere lasciato dal clan storico, i Lo Russo, e dall’ultimo gruppo in ordine cronologico che, seppur per un breve lasso di tempo, ha messo le mani sul quartiere, i Cifrone. Arresti e condanne hanno decimato le fazioni e Miano, con la piazza di spaccio h24 del rione San Gaetano, continua a fare gola a molti. I “nuovi Lo Russo”, li definisce qualcuno, lasciando intendere una linea di continuità tra passato, presente e futuro.

A Miano anche i muri parlano. Sulle pareti dei palazzi si può leggere la storia criminale del rione. Il passato l’hanno inciso i writer incaricati dai nemici dei Capitoni, che negli anni hanno fatto così tanti nomi e cognomi che oggi, il quartiere, è un continuo inseguirsi di scritte ingiuriose e intimidatorie nei loro confronti. Ce n’è una – che recita “pentiti” – proprio accanto al salone di barberia. Tornando al clan ‘fantasma’, la prima vera dimostrazione di forza che gli investigatori attribuirebbero al nuovo clan si è avuta lo scorso 24 giugno, quando i sicari hanno lasciato a terra Antonio Avolio, 30enne scarcerato pochi mesi prima, ucciso in grande stile in via Teano, nel San Gaetano, alle 11 di mattina sotto gli occhi di decine di passanti. Dopo quel delitto sul quartiere è calata una strana coperta di silenzio. L’eco delle ‘botte’ dell’altro pomeriggio è destinata a durare a lungo. Anche di questo ne è certa ‘radio marciapiede’.

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