Migranti, non favorì gli scafisti: archiviata l’inchiesta Open Arms. Salvini diffida la Sea Watch

"I nostri porti sono e rimangono chiusi", sostiene il vicepremier leghista e ministro dell'Interno

LAPRESSE / AFP

MILANO – La Ong spagnola Proactiva Open Arms non era in contatto con gli scafisti e non ha cercato di favorire il loro traffico di migranti. Il gip di Catania Nunzio Sarpietro ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’indagine per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina a carico del comandante della nave Open Arms, Marc Reig, e della capo missione Anabel Montes Mier per lo sbarco a Pozzallo, nel ragusano, il 17 marzo dello scorso anno di 218 migranti soccorsi al largo della Libia.

L’inchiesta Open Arms

L’imbarcazione umanitaria, dopo il salvataggio, si era rifiutata di consegnare i migranti alla guardia costiera libica. E nonostante Malta fosse vicina si era diretta in Italia. Arrivata a Pozzallo, la nave era stata posta sotto sequestro su ordine del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, gli atti sono poi stati trasferiti alla Procura di Ragusa.

“Siamo felici – rimarca l’Ong – di apprendere che un ulteriore passo verso la verità è stato fatto, ribadiamo di aver sempre operato nel rispetto delle convenzioni internazionali e del diritto del mare e che continueremo a farlo mossi da un unico obiettivo. Difendere la vita e i diritti delle persone vulnerabili. Siamo fiduciosi che le evidenze giudiziarie che stanno emergendo in questi ultimi mesi potranno costituire un argine verso le scellerate scelte della politica europea. E sapranno ricostruire con chiarezza una tragica pagina storica, quella delle migliaia di vite annegate nel Mediterraneo centrale e del silenzio dell’Europa”.

La linea del vicepremier Salvini

Al centro di numerosi scontri col ministro dell’Interno Matteo Salvini, Proactiva Open Arms non gli ha risparmiato una stoccata. “Dice Salvini che i porti sono chiusi, ma non è così, la legge parla chiaro e di solito dà ragione a chi la rispetta o a chi non si nasconde dietro l’immunità parlamentare”.

Il caso Sea Watch

Intanto, la nave della Sea Watch ha soccorso 65 persone da un gommone. A 30 miglia, circa 60 km, dalle coste libiche, avvistato da un aereo civile di ricognizione. Tra loro 11 donne, 15 minori di cui 8 non accompagnati, 5 bambini, 2 neonati e una persona disabile, “molti sono esausti e disidratati”. L’Ong tedesca ha informato Libia, Malta, Italia, Olanda, chiesto un porto sicuro, e attacca: “Nel Mediterraneo stanno diminuendo i testimoni, non le partenze”.

I porti italiani restano chiusi

Salvini, presiedendo al Viminale il Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha inserito urgentemente all’ordine del giorno il caso della Sea Watch3. E ha firmato una diffida ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane. “I nostri porti – insiste – sono, e rimangono, chiusi”.

Il ministero dell’Interno ha quindi diffuso una direttiva secondo cui il passaggio dell’imbarcazione della nave Sea Watch 3, intervenuta in area Sar libica, sarebbe “non inoffensivo”. E ne consegue quindi “un pregiudizio al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero”. Il testo chiede quindi di “vigilare affinché il comandante e la proprietà della nave si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare”.

(LaPresse/di Silvia Caprioglio)

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